Giovani e confraternite

L’ultima delle cinque puntate a cura del delegato per le Confraternite della diocesi di Tivoli, don Giovanni Censi

Nella stagione di grandi cambiamenti che stiamo attraversando, compresa la pandemia del Coronavirus che non dà cenni di tregua, molteplici sono le sfide che tentano di disgregare le associazioni e le confraternite: scuole popolari di fede vissuta e fucine di santità. Il giovane anche se protetto dall’organizzazione interna di ogni sodalizio, strutturato da uno Statuto, retto da un Direttivo con a capo un Priore ed un Assistente spirituale, può trovare ostacoli, resistenze, discredito o burle, entrando in crisi tanto da disamorarsi. E qui viene chiamata in causa la sua formazione spirituale (necessaria per questi reparti speciali), fondata su capisaldi imprescindibili: Chiamata alla santità, già richiesta dalle insegne processionali (croci, icone del Crocifisso, ostensori, ecc.); l’Eucaristia, sacramento della nostra salvezza (unica Confraternita richiesta per l’onore del Ss.mo Sacramento); la Carità, cioè solidarietà con i poveri e prossimità con i malati, moribondi e defunti (Buona morte, Misericordie, ecc); la Vita Eterna (e promessa dell’immortalità futura da vivere nella pienezza con Dio); la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra nella fede (varie devozioni locali che ne acclamano la misericordia, la vita, il soccorso e la speranza: Assunta, Immacolata, Rosario, delle Grazie). Su questa piattaforma di verità rivelate si sono formati i tanti confratelli che ci hanno preceduto, lasciando questa preziosa eredità a chi ha sete di vita cristiana. Ed i giovani non si sono tirati indietro ma affondano le loro radici su questo fiume che li fa crescere e prosperare, spandendo frutti copiosi in abito familiare parrocchiale sociale e civile. Anche loro, come gli Apostoli sulle sponde del mare di Tiberiade, all’alba, lasciano le reti e la barca (passatempi, tornaconti, carriere) e seguono con slancio il maestro Gesù.

Giovanni Censi