Gli esercizi del clero con Frisina e Video degli incontri

La santità sacerdotale nella cura delle anime secondo Gregorio Magno

Si è svolta dal 5 all’11 novembre la settimana di Esercizi Spirituali per i sacerdoti delle diocesi di Tivoli e Palestrina, che hanno avuto come tema la la Regola Pastorale di San Gregorio Magno. A guidare gli esercizi è stato Mons. Marco Frisina che con grande perizia e bravura è riuscito a far risuonare nel 2023 queste pagine scritte nel VI secolo. «Chi siamo, cosa desideriamo, come viviamo, con chi viviamo» sono le domande che hanno aiutato i sacerdoti nella meditazione delle pagine di questo grande papa, che invita sempre a puntare in alto, nella continua ricerca della volontà di Dio nel nostro ministero.

Nel delineare i tratti caratteristici della santità sacerdotale in quanto orientata alla guida degli spiriti e come offerta di un paradigma di valori in linea con l’annuncio cristiano, Gregorio Magno ha, come base del suo discorso, l’attenzione costante e viva sia ai risvolti anche più misteriosi e labirintici del nostro cuore, sia ai messaggi della Parola divina, letta con assiduità e interpretata nei suoi simboli, quando in essi si coglie il segno della volontà di Dio di illuminare i pastori e di sorreggerli nelle difficoltà del ministero a cui sono chiamati.

Forse ciò che più impressiona è la fermezza con cui il Pontefice delinea il ruolo del Pastor o del Rector nell’ideale di una totale immedesimazione con gli impegni della cura animarum, tali da assorbire ogni energia e da richiedere una preparazione che è ben al di sopra di quella necessaria per le attività a cui gli individui sono chiamati quando ricoprono incarichi nei vari settori della società.

Il compito del pastore d’anime si individua soprattutto nell’incarnare modelli di vita in grado di condurre ai vertici della santità. Mons. Frisina ha più volte sottolineato come la vocazione del sacerdote sia quella di aiutare i fedeli ad arrivare al cielo, come anche diceva il Santo Curato d’Ars. Per raggiungere i traguardi a cui il sacerdote è chiamato è necessario un contatto continuo con la Parola di Dio, vera sorgente di vita per chi, assorbito dagli impegni della cura d’anime e immerso nel concreto del vivere accanto ad ogni forma di umana debolezza, potrebbe finire egli stesso impoverito e spento, logorato delle miserie della quotidianità, o dal peso delle proprie fragilità.

Il sacerdote non deve mai dimenticare il suo rapporto con Gesù Cristo, vivendo il sacramento dell’ordine nella sua stessa carne.

Daniele Masciadri

Di seguito i video degli interventi: