Gli esercizi spirituali dell’AC in Quaresima. Il Testamento di san Francesco, eredità ancora viva

All’inizio della settimana, l’Azione Cattolica di Palestrina si è ritrovata per i consueti esercizi spirituali di Quaresima, ospite della parrocchia di San Giuseppe a San Cesareo, con la guida di padre Andrea Stefani ofm, parroco di San Bartolomeo a Cave.

Il predicatore ci ha proposto come riflessioni per le tre serate diversi, ricchi spunti tratti dal Testamento di San Francesco d’Assisi, documento che dettò prima della sua morte, nell’ottobre del 1226, dicendo ai suoi frati che lo stava scrivendo «affinché osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso al Signore», ma anche dicendo loro espressamente di non guardare a questo documento come «ad un’altra Regola», perché questo era invece «solo un ricordo, un’ammonizione». Nonostante ciò, per la ricchezza e la profondità dei contenuti rimane uno dei suoi scritti più importanti.

La prima serata si è partiti dallo spunto che la prima parola scritta da Francesco nel Testamento è quella che descrive il senso della sua vita: “Il Signore”, esprimendo poi il senso della sua vocazione come espressione di quell’amore che, quando esiste, tutto spiega e tutto contiene. Nella seconda serata, il tema della fraternità, da vivere essendo poveri per essere fratelli e donando la propria vita con gioia e senza risparmio, né riserve. Infine la terza sera siamo stati chiamati a riflettere su come vivere una vita fatta di preghiera e nella comunione fraterna, indicandoci cosa lo rende possibile: la preghiera come desiderio di essere come Lui.

Ci siamo lasciati ricordando Charles de Foucauld e la sua vita, così simile a quella di Francesco, e con la sua bella preghiera d’abbandono, come sintesi perfetta del senso di quello che Francesco ci ha lasciato:

«Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace…».

Fulvio Romani e Irene Fabrini