Guardando Francesco, facciamoci imitatori di Gesù

A Tivoli monsignor Mauro Parmeggiani, davanti ai fedeli e alle autorità della città, ha presieduto il 4 ottobre la Messa in onore del santo di Assisi, esempio di impegno

Quando il 18 giugno del 1939 Pio XII proclamò san Francesco “patrono d’Italia”, lo definì “il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”. Il 4 ottobre, giorno della sua festa, Mons. Mauro Parmeggiani ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Francesco (parrocchia Santa Croce) in Tivoli, chiesa affidata proprio ai frati minori fondati dal santo serafico. Durante la celebrazione, alla quale erano presenti molti fedeli e le autorità cittadine, il Vescovo ha invitato tutti a guardare al santo di Assisi, che ha svolto la sua missione in un tempo tanto simile al nostro, tempo “di corruzione ecclesiale, di crisi sociali, di conflitti tra religioni”. Proprio per questo motivo celebrare oggi san Francesco ci invita ad impegnarci su due fronti. Innanzitutto all’interno della Chiesa, imparando a “ricostruire le comunità cristiane passando da atteggiamenti religiosi che non influiscono nella vita a vivere la fede, la fede che senza le opere – direbbe san Giacomo – è morta. 

Ma la figura di san Francesco ci spinge anche ad un rinnovato impegno nella società, chiedendo al Signore “politici con Dio nel cuore, con l’amore vero che antepone agli interessi personali o di parte, il bene comune. Che sappiano rispettare l’uomo dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Che si impegnino a custodire bene ciò che hanno ricevuto da chi li ha preceduti e a lasciare le cose migliori di come le hanno trovate”. Sicuramente è una sfida difficile, ha concluso il Vescovo, ma possiamo farcela solo facendoci imitatori di Gesù.

D.M.