I 300 anni di San Pietro a Zagarolo

Il 28 ed il 29 giugno un momento culturale e la celebrazione del Vescovo

I l 28 giugno alle ore 21, la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo in Zagarolo, ha ospitato una delle più attese iniziative dell’Ass. Amici di Zagarolo, oltre che del Comune di Zagarolo e dell’Istituzione Palazzo Rospigliosi: “I mercoledì culturali”.

Il dott. Gabriele Quaranta, storico dell’arte e nostro concittadino, ha calamitato l’attenzione dell’innumerevole pubblico, affamato di cultura, con la sua interessantissima conferenza: “1722 -2022: la Chiesa di San Pietro compie trecento anni”. Un lungo discorso storico/artistico, dettagliato e affascinante ha condotto gli astanti attraverso i trecento anni dalla posa della prima pietra della chiesa fino alla conclusione dell’opera stessa. Voluta da Giovan Battista Rospigliosi, Signore del tempo, nell’ambito del rinnovamento del Ducato, la chiesa di San Pietro Apostolo fu progettata e costruita sotto la direzione del famoso architetto Nicola Michetti (1675-1758) la cui fama oltrepassò i confini dell’italia tanto che lo Zar Pietro il Grande, lo chiamò in Russia come architetto di corte.

Tornato in Italia continuò la sua opera come architetto della Camera Apostolica dell’Ordine Teatino. Con questa manifestazione, si è voluto dare lustro alla nostra stupenda chiesa che, fino a qualche tempo fa, gli Zagarolesi chiamavano: “Cattedrale”, forse perché la ritenevano, per il suo splendore, degna della sede di un Vescovo. Il giorno della solennità, il vescovo Mauro Parmeggiani ha presieduto la Messa delle ore 19, alla presenza delle autorità e dei parroci, oltre che degli animatori ed educatori del Grest (oratorio Canossiano) e del popolo.

Il Vescovo ha ricordato i punti che aveva consegnato l’anno scorso nella stessa data, alle comunità parrocchiali di Zagarolo: la preghiera, la Parola, i sacramenti. Inoltre ha ribadito la necessità di passare da «una professione di fede in Cristo, fatta più per consuetudine che per convinzione a una professione di fede compresa, consapevole». Il Vescovo ha poi augurato a tutti di poter essere “pietre vive della Chiesa… nella corresponsabilità missionaria”.

Rosa Lunati