Il 26 giugno 1981 un aereo da turismo, un Piper 23 bimotore, con 4 persone a bordo, partito da Catania e diretto a Firenze, era stato dato per scomparso dopo un ultimo contatto con la torre di controllo dell’Aeroporto Militare di Grazzanise. Iniziarono subito le ricerche che solo nella prima mattinata del giorno seguente hanno dato i primi risultati grazie all’avvistamento dei rottami da parte di un elicottero del soccorso aereo di Ciampino. Il piccolo aereo si era schiantato sulle pendici del Monte Scalambra, nel comune di Serrone (FR), forse a causa della ridotta visibilità per il forte temporale che imperversava nella zona e nessuno si è accorto dello schianto, il cui boato può essersi confuso con i tuoni del momento. Pilotava l’aereo Aurelio Santangeli, proprietario del velivolo, che accompagnava il figlio Mario di 26 anni e Nicolò Sozzi che frequentavano il Corso di Ufficiali medici dell’Aeronautica Militare presso la Scuola di Guerra Aerea (SGA) di Firenze. Viaggiava con loro il dottor Domenico Chines di 38 anni, imprenditore di Catania.
Sabato 26 giugno ricorreva il 40° anniversario di questa tragedia ed alcuni ex allievi commilitoni di Mario e Nicolò, appartenenti al 58° Corso Allievi Ufficiali hanno voluto incontrarsi nella preghiera per commemorare i loro sfortunati colleghi. In collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica di Palestrina hanno fatto celebrare una Messa di suffragio nella cappella del piccolo ma significativo Santuario della Madonna della Pace sul Monte Scalambra, dopo aver effettuato una visita nel punto dell’impatto, dove è ancora presente un pezzo della carlinga e dove è stata posizionata una croce con incisi i nominativi dei caduti. Una targa in ricordo di questo evento è stata affiancata alle precedenti posizionate in questi decenni dai familiari che hanno sempre tenuto vivo il ricordo. In questa occasione però, dalla Sicilia, vuoi per l’età avanzata, vuoi per gli acciacchi, nessuno ha potuto partecipare, quasi a significare che le giovani vittime abbiano voluto accanto a loro i compagni di corso, per risvegliare in loro il ricordo assopito e far sì che si organizzassero per questa ricorrenza. Una foto di Mario e Nicolò, presente nel giornalino del Corso, li ritrae di spalle mentre si incamminano verso “l’ignoto”, come un presagio di ciò che sarebbe accaduto da lì a breve, uniti per l’eternità, nell’inconsapevolezza di chi ha fissato quel momento.
La Messa è stata celebrata da don Enrico Pinci, cappellano dell’AAA di Palestrina e da don Primo Martinuzzi, parroco di Serrone, che, oltre a ricordare gli amici caduti sullo Scalambra, hanno sottolineato l’importanza della Fede, che è forza, luce e principio di Vita.
Fabrizio Lanciotti