Durante una Lectio tenuta nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma l’11 giugno 2012, papa Benedetto XVI disse «Divenire cristiani non è una cosa che segue da una mia decisione: “Io adesso mi faccio cristiano”. Certo, anche la mia decisione è necessaria, ma soprattutto è un’azione di Dio con me: non sono io che mi faccio cristiano, io sono assunto da Dio, preso in mano da Dio e così, dicendo “sì” a questa azione di Dio, divento cristiano. Divenire cristiani, in un certo senso, è “passivo”: io non mi faccio cristiano, ma Dio mi fa un suo uomo, Dio mi prende in mano e realizza la mia vita in una nuova dimensione». Le parole del papa emerito riecheggiano dunque nella vita di ogni battezzato e quindi anche in coloro che nella prossima veglia pasquale riceveranno i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana: Dio ha fatto un’ azione con loro, li ha attratti a sé tramite vie misteriose, fino a far sbocciare il loro libero sì a questa iniziativa di Dio. Proprio come è successo nella vita di Kaia Alma, 51 anni, sposata da 21 anni con tre figli, di Tivoli Terme. Lei viene dall’Albania e ci racconta: «La mia famiglia in Albania è musulmana. Tuttavia io ho sempre avuto il desiderio di essere cristiana. Da bambina pregavo nel giardinetto di casa, senza farmi vedere però, perché i miei genitori non volevano. Allora ho deciso di lasciare la mia famiglia e molto giovane sono venuta in Italia. Qui ho incontrato mio marito, mi sono sposata e finalmente da qualche anno ho potuto iniziare il percorso del catecumenato per ricevere il battesimo. Desidero battezzarmi perché credo in questo sacramento, amo Gesù con tutto il cuore, sin da piccola. So che il battesimo non è un punto di arrivo, ma voglio ancora impegnarmi, studiare di più, per conoscere meglio il Signore». Abbiamo poi chiesto a Fadi Abou Zeid, 50 anni e nato in Libano. «Io provengo da una famiglia musulmana, ma non praticante. Ho vissuto tranquillamente la mia vita, ho frequentato una scuola cristiana, nel Libano ci sono molte religioni che convivono insieme. Sono venuto a Marcellina, per studiare in Italia, dove ho conosciuto mia moglie con la quale abbiamo due figli, una di 23 e uno di 18 anni, e ringrazio Dio per quello che mi dà. Sin da piccolo volevo battezzarmi, poi non ho più potuto per un problema. Mio fratello più grande è già battezzato, perché mia madre, che non poteva avere figli, aveva fatto il voto di battezzare il primo figlio. Dopo la malattia di mia madre, anche io avevo fatto questo voto. Purtroppo lei è morta, ma io ho continuato su questa via, perché ci credo molto e mi rende felice».
Daniele Masciadri