I giovani e le confraternite /2

Continua la riflessione del delegato per le confraternite della diocesi di Tivoli

La vita confraternale, comunque, non è un passatempo. Essendo un sodalizio laicale, direttamente soggetto alla giurisdizione del Vescovo Ordinario della Diocesi, ha un suo Statuto approvato dall’autorità ecclesiastica (regole sancite dal Diritto Canonico e consuetudini locali approvate), che ne tutela e guida la formazione, la vita e le attività precipue. Qualsiasi aspirante viene iniziato a questo cammino con un percorso di noviziato (preghiera, studio, moralità, esperienza comunitaria, partecipazione all’Eucaristia) prima di venire accettato e dare la sua perpetua adesione. Vestire un abito sacro non è per fanatismo od ostentazione ma chiara testimonianza della propria fede, dichiarando a tutti apertamente le proprie intenzioni interiori, anche di servizio religioso. Per questo i giovani, che per loro indole non si contentano di essere delle mezze misure, aderiscono con gioia ad una Confraternita, spiazzando i tanti mediocri che vivono le tradizioni religiose, solo per quieto vivere o peggio per puro tornaconto. È invece la speranza e la fortezza cristiane, che coinvolgono i cresimati candidati a schierarsi dalla parte della santità; è la scintilla dello Spirito che vuole raccogliere i timorosi e i dispersi per creare un nuovo popolo. Non è l’abito che fa il monaco, ma il rispondere con generosità alla chiamata battesimale.

Giovanni Censi