Prosegue la riflessione di don Giovanni Censi sul ruolo dei giovani all’interno delle confraternite, veri avamposti nella missione evangelizzatrice della Chiesa oggi
Una volta accolto nella Confraternita il giovane non si trova isolato o emarginato ma si vede circondato dalle stesse cure e caratteristiche che sempre offre la Chiesa, descritta dal Concilio Vaticano II come “casa e scuola di comunione”. I desideri e le potenzialità del giovane si vanno ad innestare quindi alla missione più grande che investe la Chiesa “di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini”. La Chiesa è in Cristo come un Sacramento o segno e strumento dell’infinita unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano (Lumen gentium n.1). Chi gusta la Comunione con Dio, rivelatosi come Amore, non può vivere da solo questa Comunione col Padre, ma deve viverla con tutti i confratelli e consorelle. I confratelli membri del Popolo di Dio e dei credenti sono i primi avamposti di questo schieramento contro gli indifferenti alla religione e i praticanti di un diffuso ateismo dell’età contemporanea. Nello scontro vengono a porsi come forze nuove capaci di strategie e generosità creativa, fedeli al piano di Dio, che sempre dona aiuti a chi collabora per l’estensione del suo Regno. Cristo è il capo e i giovani le sue membra.
Giovanni Censi,
delegato delle Confraternite della diocesi di Tivoli