Una giornata di gioia, di condivisione e di preghiera si è trasformata in un attimo in tragedia.
Tutti erano in fila per entrare al Santuario della Trinità a Vallepietra. I pellegrini di Olevano, circa 300, una parte giunti con autobus messo a disposizione dal Comitato, stavano entrando dal cancelletto che permette di raggiungere le scale del Santuario, dietro lo Stendardo che era già alla metà del percorso, mentre una buona parte si trovava ancora fuori.
Improvvisamente un tonfo ha zittito la folla di pellegrini e subito dopo le grida e la disperazione di chi era intorno al giovane Alessandro, caduto sanguinante a terra, colpito da una scheggia del sasso staccatosi dalla parete rocciosa, frantumatosi nell’impatto della tettoia di cemento nei pressi del cancello. Alzando lo sguardo si vedevano delle rondini che cercavano un posto dove nidificare, creando il panico tra la folla ed il fuggi fuggi generale per la paura di altri sassi.
Nel frattempo il giovane olevanese Alessandro, che era immobile a terra, veniva soccorso dal personale medico presente nel presidio di primo soccorso del Santuario subito allertato da amici pellegrini della Compagnia di Olevano.
Trasportato immediatamente all’Ospedale di Colleferro e subito dopo trasferito al Policlinico Umberto I di Roma, Alessandro ha ricevuto subito le cure urgenti del caso. La preoccupazione e l’ansia per l’accaduto hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, pur se al momento della partenza sembrava essere cosciente, fino a quando non sono giunte le prime notizie rassicuranti circa il miglioramento delle condizioni del giovane, anche se trattenuto in ospedale e in terapia intensiva.
L’amarezza per l’accaduto è stata profonda, insinuando in molti la domanda sul perché proprio ad un ragazzo giovane, ed un accanimento, nello specifico, per quanto di brutto aveva già subito, che si era recato al Santuario per pregare, e forse per chiedere aiuto per qualcosa o per qualche amico o parente.
È stato sicuramente un segno, come il Signore usa fare, ma spesso noi non riusciamo a percepirne il significato e come in questa situazione, non molti hanno visto nell’evento tragico un segno miracoloso, anche considerando quanto dichiarato, immediatamente dopo il fatto, da qualcuno dei ragazzi che era vicinissimo ad Alessandro, e cioè che durante la caduta a terra, la sua testa è impattata con il corpo di un cane, che gironzolava nei paraggi, fornendogli una base morbida ed impedendogli di batterla violentemente sul cemento, con ulteriori e gravissimi danni.
Forse è un segno per far sì che la messa in sicurezza della grande parete abbia la priorità su tutto, date le conseguenze che ci potrebbero essere.
Fabrizio Lanciotti