I riti del Venerdì Santo e Domenica di Pasqua

Non solo la grande Veglia Pasquale, nella quale otto catecumeni hanno ricevuto i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, ma anche l’Adorazione della Croce e la Messa della Domenica di Risurrezione presiedute dal nostro Vescovo, sono stati momenti di grazia per le diocesi di Tivoli e Palestrina. L’azione liturgica del Venerdì Santo si è svolta nella Cattedrale di Tivoli. A questo antichissimo gesto di adorazione, durante i vari secoli, sono stati attribuiti vari significati, tutti validi, ma che non bisogna assolutizzare. Monsignor Parmeggiani ha sottolineato un aspetto importante: «nella croce vediamo un Dio che in questo mondo si fa debolezza e “uomo per gli altri”».

Se la cultura odierna spinge gli uomini e le donne a vivere in una continua adolescenza, «il crocifisso ci mostra la strada per diventare uomini e donne adulti nella Chiesa e nel mondo, persone responsabili. E la strada è “essere per gli altri” fino alle estreme conseguenze rompendo ogni egoismo». Solo guardando al Crocifisso impariamo qual è stata la Passione di Dio per noi, «dare la vita per noi», e impariamo che l’uomo adulto è l’uomo che dà la vita per gli altri.

Dopo il silenzio del Sabato Santo interrotto dalla Grande Veglia di Pasqua, monsignor Parmeggiani ha presieduto la Messa della Domenica di Pasqua a Palestrina, nella Cattedrale di Sant’Agapito martire. Con le parole di Isacco il Siro – mistico orientale del VII secolo – il Vescovo ha detto che «il solo e vero peccato è rimanere insensibili alla risurrezione». Siamo chiamati dunque ad essere testimoni della Risurrezione del Signore, testimoni con i fatti più che con le parole. «testimoni che, in un mondo come il nostro dove prevale la logica dell’io più che del tu e quindi del noi». L’amore che spinse Maria di Magdala a recarsi al sepolcro, che le fa percepire che qualcosa di straordinario è accaduto, facendola diventare l’apostola degli apostoli ha per secoli permesso che il messaggio di gioia della Risurrezione giungesse ad ogni uomo e donna. Per questo è necessario ripetere a noi stessi e al mondo che Cristo è Risorto, l’unica vera notizia capace di rianimare la fede e la speranza. «Torniamo a casa con una certezza da condividere ridando speranza al mondo: è la chance che solo noi cristiani abbiamo e possiamo dare: condividiamo con tutti con i fatti e con le parole, con il linguaggio universalmente comprensibile dell’amore, che la morte non è più l’ultima parola della nostra vita ma la penultima perché grazie a Cristo l’ultima parola sarà vita! Sì vita eterna!»

Daniele Masciadri