Venerdì 27 gennaio 2023, alle ore 19, nella Sala Cuore Immacolato presso il Santuario di N.S. di Fatima in San Vittorino Romano, nell’ambito dell’iniziativa “I Venerdì del Concilio”, ha avuto luogo il terzo incontro di approfondimento dei principali documenti del Concilio Vaticano II; tema della riflessione è stata la Gaudium et Spes a cura del teologo mons. Giovanni Tangorra.
È una costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, sul rapporto della Chiesa con il mondo e la realtà terrestre; i padri conciliari posero l’attenzione della Chiesa sulla necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con il mondo che è pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifesta la sua presenza.
È un documento rivoluzionario, perché induttivo, parte dall’ascolto del mondo e i destinatari sono anche i non credenti. Il prof. Tangorra sottolinea i due principali orientamenti presenti: uno sguardo positivo sul mondo perché è fatto da Dio e il superamento del dualismo corpo/anima, perché il cristiano è visto non solo cittadino del cielo ma della terra, che ha il dovere di abitare in modo responsabile collaborando con tutti gli uomini. I Padri conciliari auspicano una Chiesa nel mondo perché c’è relazione, compenetrazione, inserimento nel mondo, perché quando si dice Chiesa si intende il popolo di Dio che vive con altri uomini con cui condivide gioia e speranza.
L’incipit della Gaudium et Spes mostra una Chiesa immersa nel mondo in modo solidale ed empatico e che apre un confronto con la modernità sulla quale ancora pesava la condanna del Sillabo di Pio IX. Già Leone XIII aveva colto il cambiamento dei tempi, nel 1891, con la Rerum Novarum, enciclica sociale che, sottolinea il prof. Tangorra, “fece tremare la terra”: per la prima volta la Chiesa prese posizione in merito ai diritti dei lavoratori.
Il Concilio Vaticano II volta pagina, riapre al mondo, comprende che è fondamentale dialogare, “parlare con il cuore”. Il mondo della Gaudium et Spes è quello di 60 anni fa e molto è cambiato, ma la validità di questo documento sta nel cogliere il metodo: il dialogo Chiesa-Mondo deve continuare, unendo cuore e intelligenza, volendo essere Chiesa del presente che annuncia, ma non impone, ed interpreta i segni dei tempi. Ma agli interrogativi più profondi del genere umano: la nostra origine, lo scopo della vita, il dolore, la morte, c’è una sola risposta, quella della fede, le speranze per un mondo più umano non possono essere realizzate senza Cristo.
La Gaudium et Spes non si limita a questi interrogativi, prende in esame nella seconda parte i problemi immediati che assillano l’uomo: il matrimonio e la famiglia, la promozione della cultura, la vita economico-sociale, la vita della comunità politica e la promozione della pace. “Sopra ciascuna di esse risplendano i principi e la luce che provengono da Cristo; così i cristiani avranno una guida e tutti gli uomini potranno essere illuminati nella ricerca delle soluzioni di problemi tanto numerosi e complessi.”
La Chiesa con la Gaudium et Spes ha voluto abbracciare il mondo. Papa Giovanni Paolo II la definiva “una magna charta dell’umana dignità da difendere e da promuovere”. Chiesa e mondo camminano insieme, la sinodalità ha il suo cantiere nel mondo, la salvezza non arriva estraniandosi, la vocazione di cristiani deve essere vissuta nel mondo.
Claudia Lupi
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