Un corso sull’affettività rivolto alle coppie e ai giovani non ancora fidanzati. Ci si potrebbe chiedere il senso di questo corso. Semplice: la cosa più importante da fare nella vita è risolversi affettivamente, cioè imparare ad amare: ogni vocazione presuppone l’amore, cioè uscire da se stessi per andare verso un altro diverso da te. Chesterton, in uno dei suoi libri, Le avventure di un uomo vivo, scrive un dialogo tra un ragazzo e una ragazza La ragazza, che si chiama Rosamunda, chiede al giovane: «Insistete sul serio a sposarvi?» E il ragazzo, irlandese, replica: «Amore mio, che altro posso fare! Quale altra occupazione valida un uomo valido può avere su questa terra fuorché sposarsi. Che alternativa c’è al matrimonio, eccettuato il sonno? Non certo la libertà, perché libero è solo chi fa una scelta. A meno che non sposiate Dio, come le nostre monache in Irlanda, bisogna sposiate un uomo, vale a dire me.
La terza e ultima ipotesi sarebbe che sposaste voi stessa, viveste con voi, voi, voi sola, cioè a dire in quella compagnia che mai è soddisfatta e non soddisfa mai». Poche righe, ma dicono l’essenziale: in tutti noi c’è una chiamata alla sponsalità e alla fine della nostra vita ci sarà chiesto quanto avremo amato e su questo saremo giudicati.
Il problema è che noi investiamo molto del nostro tempo per studiare, per diventare ingegneri, medici, ma pochissimo tempo per imparare l’arte di amare. Sì, perché si impara ad amare: AMATEVI COME IO VI HO AMATO, c’è un COME, cioè c’è un termine di paragone, allora c’è una strada da seguire per imparare ad amare!
Questo corso vuole essere allora un aiuto in questo senso, approfondiamo la sfera dell’affettività per capire come fare ad amare meglio. Per mezzo di questi incontri si intende dare ai giovani gli strumenti per vivere bene il tempo del fidanzamento, affinché divenga un tempo di grazia per la verifica e la crescita della vocazione matrimoniale. Saranno tanti i temi affrontati e vogliono rispondere a un primo inizio di quello che papa Francesco chiama “catecumenato per le coppie”. Le gravi problematiche alle quali il matrimonio e la famiglia sono esposte, le costanti crisi dovute alle separazioni e ai divorzi sempre più frequenti, creano un senso di scoraggiamento e di smarrimento nei giovani che intendono abbracciare il sacramento del matrimonio.
Il classico “corso prematri-moniale” è avvertito come insufficiente ad un sano discernimento. I fidanzati cristiani chiedono insistentemente alla Chiesa di essere accompagnati ancor prima di decidere la data delle nozze, proprio nel tempo del fidanzamento. Il fallimento di gran parte dei matrimoni è dovuto ad una carenza formativa in tal senso.
Il corso per i fidanzati intende aiutare i giovani a porsi le giuste domande per aprirsi alla volontà di Dio circa il loro rapporto di coppia. Il cammino del fidanzamento infatti dovrebbe per sua natura condurre non tanto al matrimonio quanto piuttosto a fare verità, a prendere la giusta decisione per il bene di entrambi. È dunque un cammino di ascolto profondo del proprio cuore nel quale Dio solo parla, di presa di coscienza e reciproca condivisione dei movimenti interiori di ciascuno. E chi non è fidanzato? Venga lo stesso, perché per amare bene, bisogna iniziare subito, senza improvvisare.
(DM)