A Subiaco, sabato 22 aprile, si è tenuto il 4° appuntamento della lectio divina sulle figure femminili della Bibbia, percorso di catechesi presentato dalla comunità ecclesiale e dalla comunità Masci Subiaco 2, guidata da don Gianluca Zelli. Dopo Maria di Nazaret, Sara e Miriam, centro della riflessione è stata Maria di Magdala (Gv. 20, 11-18), donna che insegna come il dolore sia generativo, tappa necessaria ad una nuova vita, che insegna ad essere guidati dall’Amore, emblema della missione che Dio affida a ciascuno. Maria di Magdala, provata dal dolore, con coraggio si reca al sepolcro avendo in sé il solo desiderio di stare con Gesù. Niente la distoglie. Piange, china sul sepolcro. «Donna, perché piangi?», esterna il motivo del suo dolore: la perdita del suo Signore, del Kyrios. Definire il dolore la porta a voltarsi e a vedere Gesù. Quando Lui la chiama per nome riconosce il Rabbunì. Maria vorrebbe esternare con gesti fisici la sua gioia perché il suo Signore è davanti a lei; ma «Non mi trattenere» le dice Gesù e la incarica di andare dai “fratelli”, i discepoli. A loro Maria annuncia «Ho visto il Signore!» e riferisce quanto le aveva detto. I presenti sono stati condotti a scoprire i momenti salienti dell’episodio al giardino del sepolcro, cammino dal dolore alla gioia ritrovata e condivisa, che deve diventare cammino di ognuno per vivere il dono pasquale della gioia per la quale non basta l’annuncio che Gesù è risorto: occorre un’esperienza personale. Maria compie un suo cammino dal dolore alla grazia e rappresenta il carattere generativo del dolore: con il suo coraggio contagia e attiva Pietro e Giovanni, genera il loro coraggio ad andare.
Maria di Magdala è piegata e piange fuori del sepolcro, forte somatizzazione della sua dipendenza essenziale da Gesù, perché se perde Gesù perde se stessa; è animata unicamente dall’amore verso il Signore; si volta spinta dagli angeli, a cui però, non dà peso perché nulla la distoglie dalla ricerca di Gesù, centro della sua vita; Maria ricerca l’essenziale senza mediazioni e distrazioni; dice a voce alta il motivo del suo pianto e nel dirlo dice “Signore”, Kyrios, termine essenziale e profetico. Ha memoria dell’esperienza salvifica grazie all’incontro con Gesù quando si sente chiamare per nome, espressione della sua storia; esprime la totale novità di vita quando si volta completamente verso Gesù; è la sua Resurrezione, accoglie il presente abbandonando il passato; è resa apostola perché incaricata di comunicare la Novità della Resurrezione ai discepoli.
La lectio si è conclusa con un invito a ciascun presente a rivivere intimamente il cammino di Maria, così da scoprire la forza del dolore generativo della gioia per la nuova vita, e a compiere un cammino di fede costruito non sulle certezze di Dio ma sul Dio delle certezze.
Santina Appodia