Il cammino dell’ascolto, tre passi per catechisti e accompagnatori

Ascoltare è un’arte! Questa convinzione sta accompagnando i catechisti e accompagnatori dei genitori che stanno seguendo il cammino proposto dall’Ufficio Catechistico e dal Consultorio Diocesano “Familiaris Consortio”, con tre appuntamenti guidati dal Professore Gigi Avanti. L’uomo d’oggi soffre del “mal di relazione” atavico, ma in aumento al giorno d’oggi. C’è modo di contenere tale malanno andando alle sorgenti del problema con l’approfondimento del concetto di relazione che è entrato in crisi nell’attuale cultura fondata sul potenziamento dell’individuale, più incline al fare che al contemplare, al frammentario più che al progettuale, all’emotivo più che al razionale, al reversibile più che al definitivo, al provvisorio più che allo stabile, all’apparire più che all’essere, all’intellettuale più che allo spirituale.

Queste dinamiche stanno facendo ammalare le relazioni in ogni ambito: familiare, sociale e spesso anche ecclesiale, convinti che siano i recinti dentro i quali ci si rinchiude a poter bastare per dire di essere in relazione. Ma l’uomo è frutto di una relazione genitoriale, è impastato di relazione. Anche nella visione cristiana l’uomo è frutto del desiderio di Dio che si esprime in quel «facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza», dove si evince che nell’intimo creaturale, l’uomo è immagine di un “noi divino”. Quindi nella relazione sta il cuore della vita umana e spirituale dell’uomo. San Giovanni Paolo II aveva affermato che: «nel nostro tempo così carico di tensioni e avaro di tenerezza, c’è poca vita umana nelle famiglie dei nostri giorni».

Da qui l’urgenza di un cambio di marcia alla ricerca di un ben-essere relazionale a tutto campo. Gesù si rivela come l’uomo capace di relazione e l’annuncio della salvezza è avvenuto dentro relazioni di accoglienza, di riconoscimento, di attenzione, di tenerezza, di ascolto profondo, ingredienti indispensabili per il “pane della misericordia”. Al giovane ricco che chiedeva “vita eterna” Gesù propone una relazione e anche oggi a “salvarci” saranno relazioni vere, sane e profonde, pienamente umane e quindi autenticamente divine. «Nel vero incontro (relazione) Dio stesso può trasformare i cuori degli uomini. Tali incontri richiedono  apertura e rispetto dell’altro, libertà da pregiudizio, disponibilità a entrare hic et nunc in relazione con l’altro. Lo stare insieme sincero e aperto nei colloqui e nell’agire comune trasformerà col tempo le relazioni vicendevoli e aprirà nuove strade. Gli appelli moralistici non cambiano la comunità. Ciascuno deve percorrere insieme ad essa un cammino di esercizi comuni, che potranno operare il cambiamento», con questo monito di Anselm Grun i presenti hanno concluso il primo passo di questo cammino dove si è compreso che la “qualità delle relazioni” è importante per “relazioni di qualità”.

Équipe UCD