Il Concilio di Nicea con la Scuola di teologia

Venerdì 30 maggio, nella sala Cuore Immacolato del Santuario di San Vittorino, si è tenuto un incontro celebrativo sul Concilio di Nicea a 1700 anni dall’assise ecumenica che gettò le basi della verità di fede sul Cristo. Promosso dalla Scuola di Teologia diocesana, l’incontro ha voluto essere un approfondimento del dogma di fede niceno senza perdere di vista l’attualità delle verità di fede proclamate dal Concilio per i nostri giorni. Prendendo le mosse dalle prime parole del Papa Leone XIV ai cardinali riuniti nella Cappella Sistina per la Missa pro Ecclesia, si è constatato come la fede nel Cristo come Figlio di Dio e consostanziale al Padre vada sempre riaffermata e proclamata con forza.

Anche oggi, sia nella cultura comune sia nella pastorale, si può tendere a misconoscere o attenuare l’identità divina del Cristo con il conseguente rischio di vivere una fede che è un “ateismo di fatto”. Non è infatti indifferente per i cristiani di oggi come di allora se il Cristo sia o meno Dio in tutto come il Padre. Analizzando poi con cura il contesto culturale in cui le idee del presbitero alessandrino Ario si generarono e trovarono terreno fertile, si sono tratti i dovuti insegnamenti a riguardo. Per rimanere nella retta fede cattolica occorre sempre tenere a mente che non è possibile annullare la portata del Mistero di Dio a ciò che possiamo comprendere come creature o a come questa comprensione possa avvenire. I contesti culturali che influenzano fortemente il modo di pensare degli uomini di ogni tempo, non possono sostituire l’ossequio dell’intelletto dovuto alla Rivelazione divina. Ogni eresia si presenta in realtà come una riduzione della Rivelazione divina a ciò che di epoca in epoca gli uomini possono comprendere. Questo incontro sul Concilio di Nicea è stata dunque un’occasione per comprendere quali rischi corra la fede cristiana quando essa viene adattata a ciò che l’uomo può comprendere e non a ciò che l’uomo è chiamato ad accogliere come dono di verità da Dio.

Angelo Maria Cottarelli