I tempi di oggi sono scanditi dalla paura e da tante paure, dall’ansia e dalla solitudine. Come può un operatore della Caritas fronteggiare questi subdoli nemici? Ancora più in generale: come può un cristiano affrontarle?
Ha aiutato a riflettere su questi temi il prof. Nazzareno Tomassi, martedì 10 gennaio presso la Sacra Famiglia, durante il quarto incontro del seminario di formazione per gli operatori Caritas. Partendo da un ventaglio di eventi di cronaca che incuterebbero timore a chiunque (pandemia e guerra su tutti), il professore ha aiutato i numerosi operatori presenti ad analizzare alla luce della Sacra Scrittura le paure di ognuno e a capirne il senso.
La paura è insita nell’uomo, che vorrebbe avere sempre tutto sotto controllo, e la Bibbia in effetti la riporta in numerosi passaggi: Adamo nell’Eden dopo il peccato, Mosè che tergiversa di fronte all’incarico che Dio vuole dargli, ecc.
Il Signore chiede di impegnarci e lasciare le proprie fragili (in)certezze per abbracciare l’unica che effettivamente vale per l’uomo: la persona di Cristo. Egli si preoccupa di ciascuno di noi come riporta il Vangelo di Matteo (10,29s). Eppure, anche quando l’uomo tiene fisso il suo sguardo sul Signore, tentenna e affonda (cfr. Mt 14,22ss). Il professore ha concluso che l’unico moto che ci fa uscire dalla paura non è il coraggio, ma l’amore e quello per gli ultimi in particolare attraverso la solidarietà.
Enrico Ottaviani, diacono