Il Giubileo nella Bibbia: temi e motivi della diciottesima Settimana Biblica appena conclusa al Gesù a Tivoli

Nell’anno di Grazia che la Chiesa dona ai suoi fedeli, non è mancato l’appuntamento sulla Parola di Dio che la parrocchia di San Michele Arcangelo a Tivoli organizza nel mese di marzo. La scorsa settimana, infatti, per cinque sere consecutive si sono alternati validissimi docenti degli Atenei di Roma che hanno spiegato ai numerosi presenti il significato del Giubileo con riferimenti ai testi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

La XVIII Settimana Biblica organizzata da don Alberto De Vivo si è aperta lunedì 10 marzo con il Prof. Giuseppe De Virgilio della Pontificia Università della Santa Croce che ha affrontato gli aspetti letterari e teologici giubilari partendo dal racconto della Creazione in Genesi 1 e analizzando le prescrizioni indicate in Levitico 25: l’anno giubilare, per il Prof. De Virgilio, è un evento comunitario che celebra il valore della vita e riscopre il significato del tempo attraverso la religiosità di Israele. Martedì 11, don Antonio Pompili della Pontificia Accademia di Teologia, ha parlato del compimento delle promesse giubilari nell’opera giovannea: il Vangelo di Giovanni, per don Antonio, è incentrato sul dono della liberazione dall’oppressione delle tenebre operata da Cristo; l’Apocalisse, invece, è un testo fortemente liturgico che conduce alla partecipazione al Regno di Dio e al raggiungimento della Gerusalemme Celeste dove vivere la comunione con Dio e la pienezza della vita divina. Mercoledì 12, il Prof. Germano Scaglioni, della Pontificia Facoltà Teologica

San Bonaventura-Seraphicum, si è soffermato sul quarto capitolo del Vangelo di Luca (18-19), quando il Figlio di Dio apre il rotolo di Isaia e commenta le parole del Profeta: l’anno di misericordia che Gesù annuncia è alla base di ogni Giubileo cristiano. Giovedì 13, il Prof. Pasquale Basta della Pontificia Università Urbaniana, ha spiegato la remissione dei peccati nel giudaismo e nel Nuovo Testamento: la tradizione ebraica descriveva i giorni del ritorno come impegno per il pio ebreo da capodanno fino al giorno dell’espiazione (da Rosh-ha-shana a Yom Kippur). Un uomo che si pente non è solo un uomo che torna sulla strada giusta di Dio; è anche un uomo che fa ritorno a sè stesso e alla sua verità.

Venerdì 14, il Prof. Paolo Costa del Pontificio Istituto Biblico, ha chiuso gli incontri con una riflessione sulla speranza nelle lettere autoriali di san Paolo: per il Prof. Costa l’uomo che non spera più è un uomo solo, un uomo che non reagisce e che si preoccupa egoisticamente di difendere gli interessi personali; l’Apostolo delle Genti, invece, scuote le comunità e insiste perché esse rimangano unite e salde nella Speranza che viene dal Signore Gesù Cristo, il quale ci ha liberati per la libertà.

Ivana Imperatori