Il miracolo dell’Addolorata nel duomo di Tivoli

Un miracolo che destò grande commozione nel Duomo di Tivoli fu quello che avvenne il 13 ottobre 1863 nella cappella (la prima a destra) che accoglieva all’epoca il gruppo ligneo della Deposizione e un dipinto di forma ovale (un olio su tavola di 58 cm di altezza per 44 di larghezza) raffigurante la Vergine Addolorata, realizzato nel XVII secolo e attribuito all’artista Guido Reni.

Il prodigio consistette in un inspiegabile movimento degli occhi dell’immagine mariana verso i fedeli, non isolato né breve, ma lento e duraturo, al punto che praticamente tutta la città ne fu testimone. A partire da quel 13 ottobre, infatti, si ripeté ininterrottamente per alcuni mesi, quasi accompagnando la vita quotidiana dei tiburtini. 

La calca per assistere al miracolo fu tale che dovette essere costruita addirittura una cancellata in ferro per proteggere il dipinto. Un aspetto significativo, ricordato da una delle lapidi apposte nella cappella, è il fatto che l’evento soprannaturale fu constatato e testimoniato direttamente dal Vescovo dell’epoca mons. Carlo Gigli, unitamente al collegio dei canonici della cattedrale e alle autorità cittadine.

Ricorrendo quest’anno il centosessanteasimo dell’avvenimento, le celebrazioni in Duomo presiedute dal parroco don Fabrizio Fantini hanno messo in luce il legame, ancora oggi indispensabile alla fede, con la passione del Signore e i dolori di Maria.

«Il miracolo strepitoso – ha spiegato don Fabrizio nella celebrazione eucaristica – è che tutta la sofferenza, tutta la malvagità del mondo che è caduta su Gesù, non hanno spezzato il suo legame di comunione con il Padre.

E lo “stare” di Maria presso la croce significa essere nel cuore di Gesù e nell’obbedienza a Dio. Questo volgere lo sguardo su di noi è lo sguardo di chi ci indica che l’amore di Dio è la via della salvezza, anche per noi oggi che stiamo attraversando momenti drammatici della storia».

Antonio Marguccio