Il pellegrinaggio dei giovani: «un’esperienza unica e speciale», tra amicizia, spiritualità, emozioni e commozione

Non è mai facile dover scrivere un resoconto di un’esperienza bella e significativa che si è vissuta, ma, ancora più difficile, è trovare le giuste parole che possano trasmettere a chi non l’ha potuta seguire da vicino tutte le emozioni provate. Quando mi è stato chiesto di raccontare il Pellegrinaggio dei Giovani che si è tenuto dal 1° al 5 agosto non sapevo proprio da dove iniziare. Credo sia importante partire apprezzando l’impegno che questi oltre 30 ragazzi e ragazze delle diocesi di Tivoli e di Palestrina hanno dimostrato durante tutto il cammino che li ha portati dalla Cattedrale di Tivoli fino alla Cattedrale di Palestrina, passando per San Gregorio da Sassola, il Santuario della Mentorella, San Vito Romano, Genazzano e Cave. I percorsi sono stati lunghi, alcuni anche molto faticosi, il sole era cocente, ma tutti sono riusciti ad arrivare a destinazione, aiutandosi a vicenda, accogliendo la fatica, trasformandola in forza.

Dopo due anni di pandemia, in cui si è dovuto restare chiusi in casa, senza poter passare il tempo con i propri coetanei, un pellegrinaggio del genere sembrava difficile da realizzare, non ci si aspettava che tutti questi giovani potessero alzarsi dal divano, mettersi uno zaino pesante in spalla e partire. Ma grazie a Dio e a tanta dedizione, la Pastorale Giovanile e Vocazionale è riuscita ad organizzare un’esperienza che, a detta dei ragazzi, è stata unica e speciale. È stato bello vedere come giornalmente questi giovani si trasformassero, diventando più maturi e uniti.

Sicuramente il camminare insieme, il faticare sotto il sole di agosto, è stato il collante che li ha fatti avvicinare, nella fatica si sono supportati e aiutati a vicenda. Meravigliose sono state anche le comunità che hanno accolto e sostenuto i nostri pellegrini, sempre con il sorriso, pronti a offrire senza chiedere nulla in cambio. I momenti di riposo e svago sono stati alternati a dei momenti di preghiera e di riflessione significativi, che hanno aiutato i giovani a guardarsi dentro, a porsi delle domande, ad avvicinarsi ai sacerdoti e ai seminaristi che li accompagnavano e che incontravano lungo la strada, in maniera diversa, con curiosità e senza pregiudizi.

Importante è stato anche il supporto del Vescovo che ha salutato i nostri pellegrini il primo giorno, li ha incontrati in un momento di dialogo presso il Santuario della Mentorella e che li ha accolti l’ultimo giorno nella Cattedrale di Palestrina, insieme alle famiglie dei giovani.

I ragazzi erano molto emozionati, fieri di essere arrivati alla meta, di aver creato delle nuove amicizie e di aver conosciuto paesi e realtà spirituali che li hanno stupiti. Ovviamente gli arrivederci sono stati la parte più dura: ci sono state lacrime di commozione, ma anche tante promesse di rivedersi il prima possibile.

Speriamo che questo pellegrinaggio sia il primo di una serie di iniziative per i giovani che hanno sofferto la solitudine durante la pandemia e che ora non vedono l’ora di camminare insieme, nel nome di Gesù.

Marta Cecconi