Era il 1998 quando, presi dalla necessità di raccolta della comunità, un gruppo di cittadini si prodigarono per realizzare la rappresentazione dell’evento della Natività di Gesù. Con non poche difficoltà si raggiunse l’obiettivo e da allora ogni anno il borgo medievale di San Gregorio da Sassola si trasforma in Betlemme.
Gesù al centro con una cornice straordinaria realizzata con scene e oggetti umili, senza pretese. Come ad esempio le canne raccolte a ridosso del ruscello del fosso della Mola, la iuta come elemento scenico prevalente, la semplicità e anche l’ingenuità spensierata dei figuranti, la penombra dei vicoli: insomma, un momento magico, come vuole essere il Natale. I profumi del pane, delle pizze sfojate, dei dolci fatti al momento ne esaltano ancor più il clima natalizio. Sembra di tornare veramente indietro nel tempo dove tutto aleggia nell’aria e si fa fiaba.
Tutto il paese di San Gregorio è coinvolto emotivamente alla realizzazione curando, oltre l’aspetto tecnico, l’accoglienza dei visitatori.
E proprio i visitatori sono i veri protagonisti, testimoni di un fervore religioso forte. Vederli camminare tra il presepe vivente in rispettoso silenzio è emozionante. Non di rado si vedono persone davanti alla Natività con le lacrime sulle guance.
San Gregorio da Sassola è un paese quasi anonimo, incastonato tra i monti prenestini, nascosto, dove non è un passaggio ma una meta; un paese con una lunga storia di santi ed eremiti, che qui tutt’oggi si soffermano per la ricerca della verità.
Paolo Proietti