Il Sacro Cuore di Gesù e la santificazione sacerdotale

Alcune espressioni dell’Antico e del Nuovo Testamento ci dicono quale sia lo scopo di ogni credente, soprattutto di coloro che hanno scelto di seguire Gesù senza riserva: «siate santi perché io sono Santo», «diventate santi in tutta la vostra condotta». Ogni sacerdote ha uno scopo, quello di scoprire gli intimi sentimenti di Gesù quali ce li dona il Vangelo.

Nonostante i tanti errori e peccati gli apostoli sono penetrati nel profondo del cuore di Gesù: non sono stati degli psicologi, ma dei testimoni innamorati di Lui. Si dice che Gesù ha un cuore con tesori nascosti: san Giovanni della Croce ce ne dà una forte testimonianza nel suo “Cantico spirituale”.

Dietro la sua morte in croce, fatta per amore, ci sono sentimenti intensissimi e significati che partono dal cuore come sorgente di amore. Chi più di tutti dovrebbe accogliere e vivere questi valori è il sacerdote, perché “il più amato tra i figli degli uomini”. Sono loro che tra i discepoli sono i primi destinatari invitati ad accogliere nel proprio intimo la forma stessa di Cristo. Fin dall’inizio Gesù ha associato i suoi discepoli alla sua vita, a loro ha rivelato il mistero del Regno. Li ha resi partecipi della sua missione, della sua gioia e delle sue sofferenze. I discepoli di Gesù sono coloro che mettono i loro piedi sulle stesse orme della sua vita, lasciate da lui stabilmente e ricalcano la propria condotta sulla sua. Loro dovrebbero essere la fotocopia del Maestro (immagine data da Kierkegaard) fino a diventare “amici” del Signore. Sono i chiamati per eccellenza e conoscono la sua voce, come lui conosce la loro. Ma c’è di più, in loro è attuata un’antropologia cristiana tipica nel redento: “non vivo più io ma Cristo vive in me”, nonostante i limiti di ogni genere, gli egoismi, forse i peccati. È ciò che ci evidenziano le immagini del cuore di Gesù, trafitto dal peccato degli uomini, specialmente di coloro che invece dovrebbero essere i più riconoscenti.

È questa l’interpretazione di un Dio sofferente, perché ferito proprio dalla mancanza di riconoscenza e di amore, che ci ha delineato già Origene nel III sec. d.C.

Tante sono le espressioni di amore e di affetto che manifesta questo cuore verso i suoi sacerdoti. Ciò che si dice di Gesù si deve trovare nel sacerdote, altro Cristo, suo prolungamento ed espressione vivente. Come Gesù viveva per il Padre così il sacerdote, con umiltà, obbedienza e sottomissione incondizionata, anche lui è figlio di Dio e deve compiere le opere che compie il figlio Gesù. Egli, dono del Padre per gli uomini, non può trattenere niente per sé. Il prete è “un uomo mangiato” come diceva padre Antonio Chevrier, come lo è stato Gesù, sempre disponibile, senza pensare ai propri interessi. Gesù è stato un cuore donato gratuitamente agli uomini, come lo è stato il buon pastore, che dà la vita per le sue pecorelle. Tra il gregge su cui veglia costantemente e lui c’è una comunione totale, è lo stesso tra il sacerdote e i fedeli?

Gesù è il rabbi, il maestro, colui che dà la luce ai ciechi, che insegna la strada per arrivare a Dio e precede ogni seguace del Vangelo. Come Gesù anche il sacerdote insegna la strada del Signore, non perché l’ha imparata dai libri, ma perché l’ha vissuta percorrendola per primo.

Il sacerdote è l’amico, come lo è stato Gesù per Lazzaro, per la Maddalena, per Giuda, che poi lo ha tradito con un bacio.

Il cuore di Gesù è per definizione dolce e umile, egli ha insegnato il servizio a parole e lo ha vissuto nella pratica fino a lavare i piedi ai discepoli.

Cuore sacrificato fino al dono di sé nell’Eucaristia, nel discorso dell’addio, tenero e delicato, nella morte in croce dove, come chicco di grano frantumato, s’è annientato per portare tante spighe quanti sono gli uomini da salvare.

È indubitabile, il sacerdote ha una responsabilità primaria, non è vero che la palese crisi della chiesa odierna è anche espressione di manifestazione di carenza di santità da parte di noi sacerdoti? Ma allora che fare? Dove iniziare? Dal cuore di Gesù, fonte di santità!

Franco Proietto
parroco Sacra Famiglia, Palestrina