Il 18 maggio 2022, il nostro vescovo Mauro Parmeggiani ha incontrato i diaconi permanenti delle due diocesi di Tivoli e di Palestrina, presso il santuario di San Vittorino. Erano presenti 22 diaconi, nove dei quali con le rispettive consorti e tre accoliti in cammino per il diaconato permanente. Il tema trattato da Monsignor Vescovo è stato: Liturgia Eucaristica. Mi pare, ha spiegato il Vescovo, che per capire meglio la peculiarità del ministero del diaconato nella Chiesa, è necessario in primo luogo volgere di nuovo lo sguardo ad alcuni punti sul ministero della sacramentalità del mistero apostolico, perché all’interno di esso troviamo il Diaconato. Cioè, le mie osservazioni sul diacono permanente, la sua identità, funzioni e prospettive, si fondano nella natura apostolica del Diaconato. Il ministero del diacono, essenzialmente differente del ministero sacerdotale e da quello episcopale è, insieme a questi, una espressione della apostolicità della Chiesa.
La Costituzione Lumen Gentium al n. 33 dice: “I laici congregati del popolo di Dio e formando unico Corpo di Cristo sotto l’unico capo, sono stati chiamati, come membra vive, a contribuire alla crescita e alla santificazione incessante della Chiesa con tutte le loro forze, ricevute da parte del Creatore per mezzo della grazia del Redentore”. Da questo contesto, non solo come oggetto di speculazione teologica e come partecipe nell’apostolato gerarchico della Chiesa, il diacono, come membro della Chiesa, entra come missionario evangelizzatore nel mondo; mettendosi a servizio con il ministero della Parola, del servizio al calice e della carità.
Questo non significa che la Chiesa debba ordinare diaconi che siano soltanto predicatori, o liturgisti, o elemosinieri. Questi uffici non si escludono vicendevolmente, sono tre uffici concatenati tra loro che il diacono deve svolgere in risposta slla sua chiamata.
Giancarlo Carletti, diacono