«Ritessere fiducia» è il tema della IV giornata nazionale, il prossimo 18 novembre
Il 14 novembre 2018, il Consiglio Episcopale Permanente della Cei ha istituito il “Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori” con lo scopo di affrontare con coraggio la delicata questione della tutela dei minori e delle persone vulnerabili, anche attraverso molteplici iniziative di prevenzione al fine di rendere efficace l’annuncio del Vangelo.
In seguito alle Linee Guida promulgate dalla CEI il 24 giugno 2019, anche nella Diocesi di Tivoli e di Palestrina è stato nominato un referente per la Tutela dei Minori che viene aiutato da una équipe di esperti, laici o chierici, e con la quale compone il “Servizio Diocesano per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili”. È stato inoltre istituito il Centro di ascolto diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Lo scopo principale è, d’intesa con il Vescovo, quello di accompagnare e sostenere le vittime e i familiari nell’iter delle segnalazioni in ambito canonico e delle denunce in ambito civile; accompagnare e sostenere le vittime e i familiari e le comunità coinvolte nell’affrontare le conseguenze psicologiche e spirituali degli abusi. Nel 2019 Papa Francesco ha preso due decisioni storiche: l’abolizione del segreto pontificio nei casi di violenza sessuale e di abuso sui minori da parte dei chierici e l’estensione del delitto di pedopornografia al limite di età di 18 anni, e non più 14 come primariamente fissato.
Entrambi i provvedimenti si fondano su una maggiore trasparenza, sulla scia dell’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa” che il papa convocò nel febbraio di quello stesso anno durante il quale ebbe a dire: «La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica. Negli abusi noi vediamo la mano del male che non risparmia neanche l’innocenza dei bambini. Non ci sono spiegazioni sufficienti per questi abusi nei confronti dei bambini. Ecco perché nella Chiesa attualmente è cresciuta la consapevolezza di dovere non solo cercare di arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici, ma anche affrontare con decisione il fenomeno, all’interno e all’esterno della Chiesa.
Essa si sente chiamata a combattere questo male che tocca il centro della sua missione: annunciare il Vangelo ai piccoli e proteggerli dai lupi voraci».(Dal discorso di Papa Francesco all’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa” 24 febbraio 2019). Un anno fa, il 18 novembre del 2023 Papa Francesco incontrando i partecipanti al primo incontro nazionale, promosso dalla Conferenza episcopale italiana, dei Servizi e dei Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili ha indicato la via maestra da seguire offrendo alla Chiesa quattro verbi che dovrebbero orientare tutti noi: ascoltare, tutelare, proteggere e curare.
Ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati ovunque siano. E ancora, forte è stato il richiamo del Papa che, durante il viaggio a Bruxelles del 27 settembre scorso, a non rimanere sordi ai moniti della coscienza: «La Chiesa è peccatrice, è santa e peccatrice…Penso alle drammatiche vicende degli abusi sui minori: una piaga che la Chiesa sta affrontando con decisione e fermezza, ascoltando e accompagnando le persone ferite e attuando in tutto il mondo un capillare programma di prevenzione.
Fratelli e sorelle, questa è la vergogna! La vergogna che oggi tutti noi dobbiamo prendere in mano e chiedere perdono e risolvere il problema: la vergogna degli abusi, degli abusi minorili… oggi nella…Chiesa c’è questo crimine e la Chiesa deve vergognarsi e chiedere perdono, e cercare di risolvere questa situazione con l’umiltà cristiana. E mettere tutte le cose, tutte le possibilità perché questo non succeda più.
Qualcuno mi dice: ‘Ma santità, pensi che secondo le statistiche la grande maggioranza degli abusi si dà in famiglia o nel quartiere o nel mondo dello sport, nella scuola’. Ma uno solo è sufficiente per vergognarsi. Nella Chiesa dobbiamo chiedere perdono di questo, che gli altri chiedano perdono dalla loro parte. Questa è la nostra vergogna e la nostra umiliazione».
Dal 2018 la Chiesa ha fatto tanto, ma la strada da percorrere è ancora molto, molto lunga… soprattutto occorre la convinzione che il Servizio Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili dev’essere attivato per un aiuto concreto e non per un mero atto burocratico.
Il prossimo 18 novembre, in concomitanza con la Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, si terrà la IV Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. Il tema scelto è Ritessere fiducia. «Al cuore di ogni relazione umana, personale o comunitaria, vi è un atto di fiducia. Affidarsi è anche il movimento che anima la fede di ogni uomo e donna credente», scrive Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale tutela minori e adulti vulnerabili della Cei, nel testo che accompagna i sussidi. «In ogni forma di abuso – spiega Griffini – sappiamo esserci invece un tradimento e una rottura nella fiducia, che investe non solo vittima e abusante, ma tutto il contesto in cui ciò accade. Ritessere fiducia è tentare di ricucire lo strappo, magari ancora aperto e sanguinante, con il filo d’oro della prossimità e della cura – spiega ancora la presidente -, come evocato dal dipinto Sacco e oro di Alberto Burri (dipinto scelto a simbolo della giornata), così che possiamo anche noi rivestire “di abiti di lino finissimo” e porre “al collo un monile d’oro” (cfr Gen 41,42)».
Ciro Sanseverino
referente per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili per le Diocesi di Tivoli e di Palestrina