Venerdì 21 gennaio abbiamo celebrato nella Cattedrale di Sant’Agapito a Palestrina, la Veglia diocesana di preghiera per l’unità dei cristiani dal tema: In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo (Mt 2,2). Ed è stata proprio la stella – «quella stella che ha un nome solo: Gesù Cristo» ci ha detto monsignor Mauro Parmeggiani e che ci invita a prenderci per mano e camminare insieme – cattolici, ortodossi e protestanti – , nel riflettere e nel pregare affinché si compia la sua missione : l’unità dei suoi discepoli (Gv17,11).
Come ha sottolineato il nostro Vescovo, i Magi «adorarono – ossia respirarono bocca a bocca – il Suo amore, che è indescrivibile tanto è grande e profondo. Quell’amore che chiediamo anche per noi stasera, che chiediamo per le nostre Chiese e per tutta l’umanità affinché amore sentito e amore praticato diventino un tutt’uno e si superino le divisioni che ancora permangono tra le nostre Chiese, tra noi, e impediscono così agli altri di vedere ciò che crediamo di aver visto, onorato, adorato!».
Padre Joan Florea, sacerdote rumeno ortodosso, ha evidenziato che «non c’è un “prima noi”, un popolo privilegiato, ma, come insegnerà Gesù, “tutti dobbiamo essere un insieme”.
Non ci sono esclusioni, perché l’amore di Dio vuole raggiungere tutti e la stella «conduce i Magi, simbolo della diversità dei popoli e dell’universalità della chiamata divina, dall’oriente a Betlemme». Il pastore valdese Luca Baratto ci ha ricordato che «camminare insieme, orientati da questa luce, per onorare Cristo, è il nostro impegno fraterno di cristiani di diverse confessioni. Camminare sostenendoci gli uni gli altri in un sentiero che richiede la saggezza di tutti, la fede di tutti, l’incoraggiamento reciproco di ognuno. Camminare portando e condividendo i nostri doni, a maggior gloria di Dio, per arricchirci della presenza gli uni degli altri».
Il momento di preghiera che abbiamo vissuto insieme ci ha immersi per un istante in un clima di amore fraterno, dono che il Padre riversa continuamente su di noi per aiutarci sempre più in questo cammino verso l’unità. Ci sono momenti preziosi di luce, infatti, di cui dovremmo accorgerci. Ci investono, come la stella ha fatto con i Magi, e noi dovremmo saperli captare al volo. Credo che ciò che abbiamo vissuto sia stata una forte e concreta esperienza dello e nello Spirito, il Quale ci “spinge” a diventare uno nella ricchezza e nella complemen-tarietà delle nostre differenze, «perché siano una cosa sola».
Mirella Susini