In preparazione al Convegno diocesano. Il frutto del cammino… la comunione

“Dalla spiritualità la comunione”! Non è solo il titolo del Convegno ma vuole essere la meta alla quale conduce l’autentico cammino spirituale: la capacità di vivere relazioni fondate sull’esperienza intorno a Gesù che parla e si dona e diventa il motivo della comunione. Egli stesso, come i vangeli narrano, richiama l’esigenza della comunione il frutto bello della fede e dall’inizio volle vivere la comunione con i discepoli che chiamò a seguirlo. «Vi riconosceranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv.13,35) la comunione è l’unica testimonianza credibile; «dove due o tre sono riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro» (Mt.18,20) la comunione è condizione e insieme “segno” della Presenza; «Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi» (Gv.13,11) la comunione, desiderio del cuore di Gesù, diventa preghiera al Padre.

Il Convegno vuole risvegliare nei cuori delle nostre comunità e in esse di ogni uomo e donna, presbitero, religioso, laico il desiderio di vivere nella comunione dono da accogliere e insieme realtà da costruire con la capacità di incontrarsi senza pregiudizi, di riconoscersi nella diversità, di accogliersi nella complementarietà, di aiutarsi nelle difficoltà, di condividere senza riserve. Lo stile della comunione sta già accompagnando il cammino di preparazione all’interno delle comunità che condurrà tutti al Convegno.

D’altronde la stessa sinodalità è esperienza di comunione perché chiede di camminare insieme, di accogliersi, di ascoltarsi, di condividere per poi testimoniare non quanto saputo, ma quanto vissuto. Accade proprio come ad Emmaus che all’inizio è il segno della comunione interrotta nell’andare via da Gerusalemme, e diventa poi il luogo di incontro con il Risorto da dove si riparte per tornare a Gerusalemme e condividere con i discepoli quanto vissuto. Tutto questo diventa vero per ciascuno di noi, che anche oggi percorriamo i sentieri di Emmaus, sentieri di allontanamento e di divisione, di sconforto e di delusione. Siamo invitati, così come siamo, nella locanda per sederci a mensa con il Risorto, riconoscerlo nello spezzare il pane e poi tornare nella Gerusalemme della nostra Chiesa e condividere con tutti quanto vissuto. E sarà comunione ritrovata!

Gianluca Zelli