Gli insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi di Tivoli-Palestrina hanno partecipato, il 19 ottobre 2023, nel Santuario di N. S. di Fatima in San Vittorino, al secondo incontro di formazione annuale sul tema: “Il Cristianesimo oggi è ancora in grado di testimoniare il martirio? Riflessioni a partire dalla Bibbia”.
Il relatore, don Massimo Grilli, noto biblista dell’Università Gregoriana, partendo da tre esempi biblici molto conosciuti, cioè il martirio dei profeti, il martirio dei Maccabei e il martirio di Gesù e dei suoi discepoli, stimola una riflessione con l’oggi e dà un’interpretazione molto ampia su cosa la Bibbia possa dire al nostro tempo, sia in campo sociale che in campo ecclesiale.
Il professor Grilli, citando sant’Agostino, premesso che il vocabolo martire significa attestare pubblicamente, testimoniare, spiega il reale significato del martirio dal punto di vista cristiano: “ciò che rende martiri non è il supplizio, ma è la causa”. Non si diventa martire per come si muore, ma per come si vive. Il martire non sceglie la morte, ma sceglie un modo di vivere. Dal modo di vivere deriva poi il supplizio, il rifiuto, la morte.
Nella tradizione giudaica il profeta è un martire e il profeta che viene ucciso, che viene rifiutato, disprezzato è una costante.
Il professor Grilli analizza in particolare due profeti dell’A.T., Amos e Geremia, martiri perché la parola che loro annunciano non viene accolta. Prende poi in esame il brano del martirio dei sette fratelli nel libro dei Maccabei, che danno la vita pur di non rinnegare la tradizione della Legge ebraica. Afferma che Gesù è il modello del martire, l’esempio da seguire per i discepoli e per i cristiani di tutti i tempi; ricorda ancora che santo Stefano muore allo stesso modo di Gesù, perdonando i suoi persecutori e donando la vita per gli altri. Il martire, quindi, non tiene la vita per sé, ma la offre come dono di amore per il prossimo.
Il professor Grilli, dopo aver presentato questi esempi, si pone la domanda su come attualizzare il martirio oggi e come tornare all’essenza della fede. Deve esserci una gerarchia di valori anche nella nostra vita, una scelta radicale verso il bene.
Attualizzare il martirio nel tempo in cui viviamo significa ritornare a questa fonte di Amore.
La relazione si è chiusa con una frase molto significativa di Bonhoeffer: «Oggi è molto decisivo il fatto che noi cristiani abbiamo o non abbiamo la forza per testimoniare al mondo che non siamo sognatori o viandanti nelle nuvole, che noi non siamo indifferenti all’andamento delle cose, che la nostra fede non è l’oppio che ci rende contenti in mezzo ad un mondo ingiusto e iniquo. Invece noi, proprio perché pensiamo alle cose di lassù, tanto più duramente protestiamo per questa terra, protestiamo con le parole e con le azioni, per cercare a qualsiasi prezzo di portare avanti la situazione. È mai possibile che il cristianesimo, iniziato in modo così rivoluzionario, ora sia sempre più conservatore? …se davvero è così, non dobbiamo meravigliarci se anche per la nostra Chiesa torni il tempo in cui sarà richiesto il sangue dei martiri».
Forse per recuperare i valori cristiani dobbiamo parlare del martirio, e solo così possiamo aprire la strada verso un cristianesimo nuovo e diverso.
Sara Giustiniani