Istituiti quattro nuovi accoliti

Nella celebrazione di sabato 26 marzo in San Lorenzo Martire in Tivoli il Vescovo ha conferito il ministero agli aspiranti al diaconato permanente

Da diversi anni, insieme a dei fratelli, sono in cammino per ricevere l’ordinazione al Diaconato permanente sotto l’attenta guida del nostro vescovo, S.E. Mons. Mauro Parmeggiani e del responsabile della formazione don Domenico Cauteruccio, e, dopo aver ricevuto il Ministero del Lettorato, sabato 26 marzo ho ricevuto il Ministero dell’Accolitato.

Un sabato qualunque, uno dei tanti della nostra vita che scorre veloce, ma che per me, quasi come un evento inaspettato, è diventato uno dei giorni più emozionanti della mia vita. Un insieme di vive sensazioni che hanno coinvolto me ed inevitabilmente la mia famiglia.

Mia moglie Emanuela ed i miei figli, Giorgia e Davide, sempre con me, in questo cammino che spesso ha tolto loro del tempo ma che oggi, con questa tappa, ha donato a tutti noi una gioia di vita nuova.

D’altronde proprio Gesù, vero Dio e vero uomo, ci ha insegnato come una volta che ci si trova alla sua sequela, ogni giorno può improvvisamente diventare il giorno più importante della nostra vita, “Venite e vedrete” (Gv 1, 39).

Ricevere l’Accolitato significa essere un Ministro della Liturgia e in particolare dell’Eucaristia che, come Sacrosanctum Concilium insegna, è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”. Un dono, quindi, eccezionale, che mi avvicina in un sol balzo, a quello che sarà il carisma primo del Diacono, la configurazione a Cristo Servo. Difatti, come la Parola del Signore ci indica, la celebrazione eucaristica, oltre a presupporre la carità verso i fratelli come donazione e come volontà di pacificazione (cfr Mt 5, 22-25; 1 Cor 11, 17-25), implica, nel momento in cui si compie, un atto di amore che si esprime nell’accoglienza (cfr Gc 2, 1-5), nella solidarietà, nella comunione con tutti, ma soprattutto con i più deboli ed i più poveri.

Ecco dunque, che nella Chiesa, luogo dove vivo in pieno questo ministero, ancor più ora, mi sento chiamato a svolgere il ministero della carità conformando la mia vita al sacrificio eucaristico, amando il corpo mistico del Cristo, ovvero il popolo di Dio, soprattutto nelle persone più bisognose, deboli, povere e malate. Un compito da svolgere, sì, all’interno della Chiesa nei momenti liturgici, ma anche e soprattutto nei momenti concreti di tutti i giorni, portando ai fedeli ciò che l’altare mi dona, con la speranza nel cuore di attuare al meglio il comandamento dato da Gesù nell’ultima cena “[…]che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato,[…]” (Gv 13, 34).

È con la gioia nel cuore che voglio quindi ringraziare sia coloro che hanno partecipato alla celebrazione, sia coloro che mi sono stati e mi sono sempre vicini con la preghiera e che hanno reso, un “sabato qualunque” un “sabato speciale”.

Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri ma uno solo è il Signore. (1 Corinzi 12, 4s)

Fernando Giosi,
aspirante al diaconato permanente