Gli insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi di Tivoli e di Palestrina hanno partecipato, il 26 settembre 2024, nel Santuario di N. S. di Fatima in San Vittorino, al primo incontro di formazione annuale sul tema: La Bibbia, tra letteratura e parola di Dio.
Il relatore, prof. don Massimo Grilli, esperto biblista dell’Università Gregoriana, ha preso in esame nella sua relazione, il rapporto tra Bibbia ed ermeneutica, cercando di capire come oggi viene letto ed interpretato il testo sacro. Noi abbiamo la responsabilità di avvicinare i giovani alla Chiesa, e per fare questo bisogna ripartire dalla fonte, cioè dalla Bibbia. Il tema affrontato è stato questo: la Bibbia parola di Dio e parola dell’uomo. La Bibbia tra parola divina e parola umana. La nostra lettura della Bibbia è nata dal Concilio Vaticano II. Il professor Grilli ha citato un testo che ha rivoluzionato il modo di leggere la Bibbia, D.V. 12, che afferma: «Dio nella Sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini, alla maniera umana».
Questo vuol dire che Dio ha parlato, che la Bibbia è Parola di Dio in quanto è ispirata, ma ha parlato per mezzo di uomini e con un linguaggio umano. Il professore poi si è posto tre quesiti. Il primo afferma che se è ispirata, allora la Bibbia è vera. Il secondo punto affrontato è stato quello della sfida ermeneutica, cioè come questa verità biblica viene sfidata dalle scienze. Infine il terzo punto è quello della lettura dialogica della Bibbia.
Riguardo il primo punto, quello della verità della Bibbia, il prof. Grilli ha preso in esame tre periodi. Fino al XVII secolo nessuno metteva in dubbio la Bibbia. Il secondo periodo, che va dal XVII al XIX secolo, è il secolo dell’illuminismo, delle scienze naturali, dei dati storici che dicono cose diverse da quanto affermato prima. In questa epoca, che chiameremo apologetica, si cerca in tutti i modi di difendere la verità biblica. Il terzo periodo è quello del Concilio Vaticano II.
Il Concilio afferma che Dio ha parlato per mezzo di uomini, alla maniera umana. Dio è l’autore principale della Bibbia, l’uomo rimane autore secondario.
Oggi diremmo, autore Dio, autore l’uomo. Come si conciliano queste due dimensioni? Come collaborano Dio e l’uomo? È il problema ermeneutico, Quando leggo la Bibbia mi riferisco a Dio autore, ma anche all’uomo come autore della Bibbia.
Che cos’è l’ermeneutica biblica oggi? Il testo biblico è qualcuno che mi sta di fronte. L’ermeneutica parte dalla comprensione che siamo di fronte ad un dialogo. C’è una vicinanza nella Bibbia che non possiamo negare, è vicina all’uomo di oggi e tuttavia la Bibbia è distante. Bisogna trovare un equilibrio tra vicinanza e distanza.
La Bibbia ha una sua cultura, è scritta in un tempo diverso e la sfida ermeneutica è proprio quella di tenere insieme i due aspetti: vicinanza e distanza. Non dobbiamo pensare più all’ispirazione biblica come ad un pacchetto dogmatico. La comunicazione non viene da un solo polo, ma è un dialogo, la Bibbia è tutta di Dio e tutta dell’uomo. L’altro rischio da evitare è che non si può dare qualsiasi interpretazione del testo biblico, altrimenti sarebbe solo l’uomo a parlare.
Infine il prof. Grilli afferma che la vera interpretazione biblica è un faccia a faccia con un testo scritto in tempi diversi, da autori diversi. Se vogliamo conoscere il testo di un’altra epoca non possiamo non studiare quella cultura, dobbiamo conoscere l’altro se vogliamo essere in dialogo.
Sara Giustiniani