Sin dal primo momento dell’emergenza della guerra in Ucraina, la Diocesi di Tivoli tramite l’organismo della Caritas, si è mobilitata nella ricerca di disponibilità all’accoglienza su tutto il territorio diocesano che ha risposto subito con grande solidarietà mettendo a disposizione appartamenti privati liberi oppure offrendo stanze e vita comunitaria.
Data la grande mole di disponibilità sparsa sul territorio si è così optato per un’accoglienza diffusa presso parenti, amici connazionali e famiglie tiburtine che hanno aperto la loro casa a nuclei di immigrati ucraini dando un rifugio sicuro ed una stabilità, seppur temporanea, che ha rasserenato per quanto possibile tutte quelle persone fuggite dalla guerra e recatesi presso il nostro territorio diocesano.
La Caritas di Tivoli si è impegnata nel sostentamento di queste famiglie che hanno accolto, con aiuti alimentari ed economici (utenze e visite mediche specialistiche). Sono in totale 46 gli immigrati ucraini arrivati nel territorio tiburtino, per la grande maggioranza donne alle quali è stata data loro la possibilità, tramite lo sportello di informazione ed orientamento al lavoro attivo presso la sede della Caritas Diocesana, di trovare un’occupazione per coloro che già parlano la lingua italiana e di frequentare la scuola di italiano per stranieri a chi invece la lingua non la parla. I bambini invece, arrivati con le mamme, sono tutti quanti stati inseriti in strutture scolastiche sia pubbliche che private al fine di favorire subito la loro inclusione sociale e fargli avvertire, il meno possibile, il distacco dalla loro Nazione.
In ambito sanitario è stato stipulato un accordo tra la Caritas di Tivoli e la direzione del Distretto Sanitario della ASL RM5 che garantisce a tutti coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale di base, di farlo in maniera totalmente gratuita e di vaccinarsi anche contro il Covid-19 per l’ottenimento del green pass. In ambito legale, tutti gli ucraini sono stati accompagnati in ogni passaggio per gli adempimenti di legge previsti.
Claudio Lang