La rinascimentale chiesa di Santa Maria (m.26×8,10×12), è frutto dell’ultimo ampliamento progettato dall’architetto Giuseppe Valadier (1831-1835), eseguito dall’Architetto Domenico Bisutti (1851) e portato a termine dall’Architetto Giuseppe Castagnola (1873). L’edificio sacro mostra un esterno semplicissimo con muro in pietra locale a faccia vista, coronato sulla facciata da un timpano, un cornicione di arenaria e laterizi sulle pareti ed un lunotto terminale semicircolare in asse sull’ingresso. Gli stipiti delle porte d’ingresso sono in pietra bianca, come i marmi dei reperti romani incastonati alle fondamenta.
La torre campanaria (m.25, con quattro campane) parzialmente incorporata, risale al 1640, voluta in sostituzione di quella millenaria dal card. Ab. Commendatario Antonio Barberini. Un primo amplia- mento o riedificazione dell’originale e piccola chiesa quadrata (m 8,10) sorta prima del mille (v.:Reg.Tib.,p.73) con campanile antistante, si ebbe con il Cardinale Commendatario Carlo Barberini nel 1675, dando all’edificio un forma trapezoidale sgraziata (m.1,90×8,68,x8,10). Oggi l’interno è a croce latina (m. 27x14x8,40), con un atrio di supporto alla cantoria con organo, sormontata da un finestrone semicircolare in alabastro. L’abside in lacunari a stucco, presenta l’altare maggiore sormontato da un tempietto (Architetto Tullio Di Fausto,1929), che custodisce l’immagine miracolosa della Madonna del Cuore (opera di Sebastiano Conca, 1729).
L’altare, per seguire le direttive conciliari, è stato rivolto al popolo nel 1992, restano invece ai lati, dopo la ristrutturazione delle feste centenarie e del dopo terremoto, due dipinti del pittore Oscar Testa e le decorazioni della chiesa di Igino Longhi (1949), con la volta a tutto sesto (archi , vele e cornici rifinite in oro) tinteggiata in tenue celeste. Infine la pavimentazione è in granito grigio-rosso, la zoccolatura in lastre rosso-verona e la modanatura in marmo bianco (1979, 250° Festa Madonna del Cuore). Secondo il dettato della convenzione di Gregorio VII (v.: Reg. Sub. Doc. 48, pag 88) del 1087 la chiesa insieme a quella di Santa Anatolia e metà del paese restano di proprietà di Tivoli, anche se in feudo all’Abbazia, fino all’istituzione appunto dell’Abbazia Nullius nella transazione tra il Card. Roma e i commendatari Barberini (1638-39). Nelle cappelle vi figurano una statua in legno di Santa Anatolia (artigianato Ortisei 1956); una in cartapesta di San Giuseppe col Bambino (A. Maggi 1900); una Crocifissione di Gesù (tela anonimo ottocentesco); alla destra Sant’Anna (A. Luciani 1937); ); Madonna del Rosario (L. Giordano o L. Baldi 1675); San Giuseppe col Bambino e Santi (anonimo locale 1600 c.); sotto alla cantoria a forma di calice il battistero in marmo. In mancanza della lapide originaria della dedicazione (8 maggio). La chiesa viene riconsacrata il 24 ottobre 1875 dal Card. R. Monaco Lavalletta.
La chiesa è luogo di tutte le festività importanti religiose, insieme con la casa canonica è sede dell’ufficio parrocchiale, dei Consigli parrocchiali, della Confraternita della Madonna del Cuore, del Centro Giovani di Azione Cattolica ( con Rivistina di Gerano-Stop), del Coro, del Teatro, del Gruppo Infioratori, della Caritas parrocchiale e del Gruppo Uomini.
Giovanni Censi, parroco