La chiesa di Santa Maria Assunta e Visitazione a Cave

La storia della Collegiata di Santa Maria Assunta e Visitazione è strettamente legata a quella della nobile famiglia Colonna, che ha avuto in Cave uno dei feudi di maggior importanza, strategica ed economica.

Il tempio, originariamente e fino al XVIII secolo, non insisteva nella attuale collocazione in Piazza del Plebiscito (allora Piazza Colonna), bensì all’interno del Borgo medievale, a ridosso della attuale Via Roma (un tempo Via Nazionale), in contrada “Refota”, di cui attualmente è visibile solo una minima parte, consistente nell’Oratorio dell’Annunziata, in via Santa Maria Vecchia. Tale ubicazione era però infelice. Infatti, a livello sovrastante, era presente una rupe tufacea dalla quale scaturivano costanti smottamenti verso il basso, tali da compromettere la stabilità dell’edificio.

Nel 1572 il Principe Marcantonio Colonna, Dux Paleani et dominus Terrae Cavarum (Duce di Paliano e Signore di Cave), fece trionfalmente ritorno nel feudo cavese dalla Battaglia di Lepanto, del 7 Ottobre 1751, ove, quale Comandante della Flotta pontificia, unitamente alle altre milizie cristiane, ebbe un ruolo preminente nella vittoria sugli ottomani.

Il condottiero, accolto con tutti gli onori, volle rendere grazie alla Vergine Maria, “Regina delle vittorie”, e promosse così, presso il Sommo Pontefice Pio V, la costituzione, nella chiesa dell’Assunta, del Collegium Canonicorum (Collegio dei canonici). Il Papa accolse benignamente la proposta e il 3 marzo 1572 fu eretto tale importante organismo ecclesiastico.

Da allora e sino al 1934 la nobile casata dei Colonna esercitò sulla Collegiata il c.d. diritto di patronato, ovvero una serie di privilegi di natura formale. Vennero devoluti a “Santa Maria” (così è comunemente detta) tutti i beni dell’antica chiesa di San Pietro e di quella c.d. “rurale”di San Lorenzo, le quali, conseguentemente, passarono sotto la sua giurisdizione. Con la soppressione della rettoria di San Pietro e di San Lorenzo le due chiese vennero chiuse al culto pubblico; rimase ad esse soltanto l’officiatura nel giorno di festa (29 giugno per l’una e 10 agosto per l’altra). Fu così che dal 1572 la celebrazione della solennità Patronale passò alla Collegiata. Santa Maria acquistò anche il titolo di chiesa principale del paese (Templum Princeps Civitatis), che fino a quel momento era appartenuto alla vicina Santo Stefano.

Con il passare dei secoli, gli smottamenti della rupe tufacea posta a livello sovrastante la vecchia Chiesa, ne determinarono il progressivo crollo. Fu così che nel 1637 il Card. Giovan Battista Altieri, ordinò la demolizione della pericolante navata centrale e, nel contempo, ordinò che ne fosse costruita, al più presto, una nuova. Venne individuata la zona nella quale edificare la nuova Santa Maria, in piazza del Plebiscito, posta a livello superiore della vecchia, in territorio della parrocchia di Santo Stefano. Lo stesso anno 1637, venne posata la prima pietra della nuova chiesa e piantata la croce. Verso la seconda metà del ‘700 i lavori ripresero alacremente, si giunse al 1761 allorchè, il 2 luglio, solennità della Visitazione di Maria, la nuova chiesa madre venne consacrata dal cardinale Spinelli. Fu così che i canonici decisero di affiancare al primitivo titolo dell’Assunzione anche quello della Visitazione della Beata Vergine. Oggi l’edificio si presenta elegante e solenne. La navata è unica con soffitto a volta sorretto da pilastri con capitelli in stile ionico. L’abside è rettangolare con soffitto a crociera. Ai lati della navata sono ubicate quattro cappelle dedicate, a destra, alla Madonna del S. Rosario, al S. Cuore di Gesù, al patrono san Lorenzo e a Gesù nell’orto del Getsemani.

A metà dell’edificio, tra una cappella e l’altra, vi sono due ulteriori cappelle minori dedicate alla esposizione delle Sante Reliquie e l’altra al patriarca san Giuseppe.

Sull’altare maggiore, realizzato con marmi policromi e stemmi in travertino del Cardinale Spinelli, si può ammirare la pregevole Pala, con l’Assunzione della Beata Vergine Maria, realizzata nel 1649 dal pittore Andrea Camassei, allievo del Domenichino. Altro elemento di pregio è l’organo a canne del 1904, di Nicola Morettini di Perugia.

Il Tempio è stato oggetto di due rilevanti interventi manutentivi e di restauro. Il primo, ad opera di mons. Lorenzo Castellani, tra 1968 e 1970, in ottemperanza all’adeguamento liturgico, scaturito dal Concilio Vaticano II, con la posa in opera del monumentale portale in bronzo, opera dello scultore Lorenzo Ferri.

Il secondo, a ridosso del Grande Giubileo del 2000, ad opera di don Guido Di Cola, parroco dal 1997 al 2008, che ebbe ad oggetto la ritinteggiatura interna ed esterna, il rifacimento del presbiterio, con la posa in opera del nuovo altare maggiore ed ambone e la realizzazione del Sancta Sanctorum.

Loris Rodella, parroco