Lo scorso anno, il Santuario di Vallepietra, per la prima volta nella sua storia, è rimasto chiuso ai pellegrinaggi dei fedeli nel giorno della festa della Santissima Trinità. Il vescovo Lorenzo Loppa ha celebrato una Messa all’interno della cappella del Santuario, alla presenza di poche persone tra le quali il sindaco, le autorità militari ed il Priore della Confraternita.
Oggi il Santuario è aperto al pubblico già dal 1° maggio ma, a causa di questa pandemia che non molla la presa, le visite sono limitate per il rispetto delle norme sul distanziamento e gli assembramenti. Come preannunciato nella riunione di tutte le compagnie, tenutasi a Fiuggi, sono stati vietati i pernottamenti nei pressi del Sacro Luogo e i pellegrinaggi che si protraggono oltre le ore del coprifuoco, dalle 23 alle 5 del mattino. Le “compagnie”, quindi, che normalmente restano fuori per 3 giorni, sono state invitate a non mettersi in viaggio, se non in grado di garantire il rientro presso i comuni di residenza entro la stessa giornata.
I fedeli che comunque si sono recati alle pendici del monte della “Tagliata” per pregare nella piccola Cappella della Trinità, per rappresentare gioie, dolori e preoccupazioni e per ricevere conforto e serenità, non hanno dovuto effettuare prenotazioni che, almeno per adesso, sembra non siano necessarie per regolamentare il flusso dei devoti, grazie al buon senso dei pellegrini che sembra si siano autoregolamentati, visto che non è stato registrato affollamento proprio per queste regole restrittive.
Dall’altra parte invece, ogni comunità, non potendo organizzare il pellegrinaggio, ha cercato di festeggiare nel miglior modo possibile questa importante solennità molto sentita, che ogni anno mette in movimento migliaia di persone con un’unica mèta.
Quasi tutte le parrocchie si sono limitate alla Celebrazione eucaristica di domenica sera, con i pellegrini che hanno simulato il rientro dalla tre giorni di cammino. Nella parrocchia di Santa Margherita di Olevano Romano abbiamo assistito all’ingresso in chiesa dello Stendardo accompagnato dal fragoroso e sentitissimo canto dell’inno “Viva Viva ….”, che ha fatto commuovere tutti i presenti. Al passaggio dell’immagine delle “Tre Persone”, forse pensando a questa assurda situazione che ha cambiato la nostra vita civile e religiosa da più di un anno, c’è stato chi non è riuscito a trattenere le lacrime che scendevano copiose sulle guance e chi si è inginocchiato raccolto in preghiera.
Fabrizio Lanciotti