La dipendenza patologica dall’azzardo, è in gioco la famiglia

Azzardopatia è la condizione di dipendenza patologica che deriva dalla componente ”azzardo” dei giochi classificati come tali. In Italia, ormai da anni, il gioco d’azzardo è un fenomeno in costante crescita e i due anni di pandemia hanno contribuito, coi lockdown forzati, al suo aumento con ricadute in costi sociali ed economici notevoli che colpiscono non solo adulti ed anziani ma anche i giovani.

L’enorme facilità con cui si può giocare – nei bar come nelle tabaccherie, virtualmente sulle tante piattaforme che proliferano sul web – ha fatto sì che il fenomeno si espandesse in maniera esponenziale con gravi ripercussioni, non solo economiche, sulla vita del giocatore ma anche su quella della propria famiglia tant’è che in molti casi anche i famigliari necessitano di professionisti appositamente preparati allo scopo per affrontare adeguatamente il problema.

«In Italia si è dato un messaggio sbagliato. Dicendo che tutti quelli che giocano possono sviluppare una dipendenza, non abbiamo fatto un buon servizio. Si è fatta confusione perché un conto è giocare, un conto è rovinarsi e un conto è diventare ludopatici… si è medicalizzata la risposta e questo ha rafforzato lo stigma, invece di diminuirlo… per cui un giocatore patologico si rivolge tardi ai servizi.

Vige ancora “lo stereotipo” per cui un giocatore patologico “è un egoista, avido, irresponsabile e impulsivo”. Questo rappresenta una barriera al trattamento e la persona si vergogna a rivolgersi ai servizi. Dietro al gioco ci sono problemi sociali, psicologici e sanitari, che andrebbero trattati singolarmente. Invece l’unica risposta che è stata sviluppata finora è stata solo quella di medicalizzare un problema sociale» (Prof. Raimondo Pavarin, Sociologo Sanitario ed Epidemiologo Responsabile UO Osservatorio epidemiologico dipendenze patologiche ASL Bologna).

Il fenomeno nella diocesi di Tivoli e Palestrina non è ancora venuto pienamente alla luce.

L’aumento negli ultimi 7/8 anni delle richieste d’aiuto e di cura, il maggior indebitamento delle famiglie, l’accresciuto ricorso agli usurai sono, però, allarmanti indicatori che lasciano presupporre che anche nel nostro territorio bisognerà affrontare con decisione il fenomeno.

Non dimentichiamo un effetto collaterale al problema. Per la criminalità organizzata, il gioco d’azzardo è un terreno fertilissimo per il riciclaggio di danaro per cui è facile ipotizzarne l’infiltrazione.

Per un piano adeguato di soccorso, occorre creare sin da ora una “rete” che comprenda operatori sanitari e sociali, operatori delle Forze di Polizia, associazioni, fondazioni, centri d’ascolto anti-usura, équipes microcredito e gruppi d’aiuto che abbiano la volontà di lavorare insieme per affermare la legalità e aiutare le persone in difficoltà.

Si può sconfiggere l’azzardopatia? Sì!!!!

Ciro Sanseverino
Direttore del Consultorio Familiaris Consortio, Guidonia