La festa di san Luca, patrono dei medici cattolici

Lo scorso 18 ottobre 2021 è stata celebrata nella parrocchia di Santa Croce (San Francesco), in Tivoli, la festa di San Luca, patrono non solo della sezione di Tivoli dei medici cattolici, ma di tutte le sezioni d’Italia. In questo giorno quante Messe contemporaneamente sono state celebrate per i medici cattolici e collaboratori. Sono stati ricordati i medici defunti.

Ha celebrato l’Assistente ecclesiastico della sezione, prof. padre Vincenzo Battaglia, che ha subito messo in evidenza che è stato scelto san Luca come patrono perché lo stesso san Paolo lo ha nominato evangelista medico. Innanzitutto un saluto di ringraziamento è andato al consiglio uscente, presieduto dal dr. Giuseppe Madonna, per l’opera svolta nell’arco degli ultimi otto anni. È avvenuto in questo passaggio di testimone l’insediamento del nuovo presidente, la dottoressa Maria Antonietta Coccanari de’ Fornari, del suo segretario dr. Guido Baldinelli e del nuovo consiglio direttivo.

A loro auguri di buon lavoro. L’assistente ha volutamente richiamato l’attenzione sul fatto che il gruppo dei medici cattolici è significativo per la qualità che li contraddistingue, nella consapevolezza che la loro è scienza e fede, è molto importante anche l’aiuto morale e spirituale al malato. Ha detto di non dimenticare tutti coloro che prestano un servizio volontario negli ospedali, come l’Arvas, e quanti svolgono mansioni che non si vedono, ma ci sono, come amministrativi, operatori e tecnici. Guardare all’integrità della persona, corpo e anima, e all’accoglienza affettuosa del malato. Medici e paramedici (quanti di essi sono morti) hanno svolto un’opera eroica in questo periodo di Covid.

Nella preghiera del medico, letta dalla nuova presidente, si prega affinché siano ben illuminate le intelligenze mediche. Un nuovo cammino li attende, che deve crescere ed affacciarsi su più territori uniti nella persona del Vescovo di Tivoli e di Palestrina. A molti è rimasta impressa l’espressione: “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Ma forse non sono stati in dodici a rivoluzionare il mondo?

Anna Troiani