Sabato 23 marzo nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a La Forma, stracolma di circa duecento persone commosse ed entusiaste, si è svolto il dramma teatrale Getsemani, che ha rappresentato il giudizio di innocenza o di colpevolezza di Gesù fatto davanti ai membri del Sinedrio da persone che hanno vissuto con Lui o l’hanno incontrato.
Così sono sfilati – davanti a Caifa, Gamaliele, Nicodemo e un rappresentante degli scribi – la Maddalena, la peccatrice, l’adultera, Ponzio Pilato, Giuseppe d’Arimatea, Maria, Giuda e poi una donna del popolo, ognuno con la propria personalità e il cambiamento operato da Gesù.
Il dramma è stato scritto da don Franco Proietto sulla scia delle Sacre rappresentazioni medievali e di Processo a Gesù, di Diego Fabbri, opera rappresentata diverse volte, sia in questa parrocchia, una volta anche con la presenza dello stesso autore, che fuori fino a Roma e in Abruzzo. Tra i personaggi Giuda, rappresentato da don Franco stesso, accusa i discepoli di averlo portato alla disperazione, perché lo hanno lasciato solo e abbandonato.
Tutte le donne, la cui testimonianza allora era peraltro insignificante, si schierano a favore di Gesù, Caifa lo accusa spietatamente; Ponzio Pilato codardamente, si lava le mani; Barabba, l’omicida, è preferito a Gesù; Nicodemo lo difende.
Commovente e struggente è il pianto di Maria davanti a suo figlio in croce. La donna del popolo, che ha avuto un figlio morto, “sente” che risorgerà perché ancora oggi le parla e la consola: lui che non c’è più, è però vivo.
La peccatrice esorta a continuare la sua opera perché ogni cristiano è nato dal chicco di grano macerato in terra, che è Gesù. I suoi insegnamenti e le frasi che ha lasciato Lui le prenderemo come sua eredità per proseguire in noi il suo messaggio e la sua vita.
La commozione e l’entusiasmo vissuti e assimilati nei nostri cuori sono la migliore esortazione per prepararci alla Settimana Santa e alla Pasqua. Bellissima cornice è stato il coro delle Pie donne che hanno cantato Laudi antiche e rigenerato ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Eccezionale la regia del dottor Marco Federici.