La forza dei volontari. Donare più che ricevere

L’Unitalsi è da sempre speranza per coloro che attraversano momenti di difficoltà… Ho letto questa frase in qualche posto, e le parole “speranza” ed “attraversare” mi hanno fatto pensare all’evento di sabato 29 marzo quando in molti, accogliendo l’invito del nostro Vescovo Sua Ecc.za Mons. Mauro Parmeggiani, ci siamo riuniti nella città eterna a Piazza San Pietro per il Pellegrinaggio Diocesano dell’Anno Santo.

Lì in quella grande e meravigliosa Piazza, mi guardavo intorno, c’erano migliaia di persone, tanti pellegrini, ma scrutando attentamente tra la folla si distinguevano anche tanti volontari.

Sì proprio loro, noi i volontari. Gente comune, madri, padri, figli, sorelle, amici che non faticavi assolutamente a riconoscerli, perché nei loro (nostri) occhi c’era qualcosa di diverso; erano gli occhi di chi sorrideva di gioia per il dono ricevuto (il volersi donare) e per il dono che a nostra volta stavamo dando a coloro che erano felici di ricevere aiuto e sostegno. Ognuno di noi donava quello che poteva, quello che aveva: chi stringeva con i propri pugni le carrozzine, chi porgeva il proprio braccio per un semplice supporto e chi semplicemente stringeva la mano ai più fragili e li accompagnava con amore e preghiera durante il percorso che ci avrebbe portati fino alla Porta Santa.

Sono questi i momenti in cui pensi quanto sia importante donare più che ricevere; quando doni con frequenza sai che non puoi farne più a meno diventa una sorta di dipendenza che ti riempie il cuore di gioia ed in qualche modo guarisce anche te stessa. Ecco siamo giunti. Ed è qui che ritorna la parola “attraversare” la Porta Santa: gesto simbolico che rappresenta l’ingresso in una nuova vita di grazia, abbandonando il peccato ed avvicinandoci alla misericordia divina.

Qui ho provato quella sensazione (che non è facile descrivere a parole) di coinvolgimento e commozione, di pace e serenità interiore, di passaggio a nuova vita che consente di iniziare un nuovo cammino di fede, di rinnovamento spirituale, che possono provare solo coloro che hanno tanta fede e speranza.

E concludo proprio con la “speranza”, essenza dell’Unitalsi. Speranza come un dono di Dio che nutre il desiderio di unità per superare tutte le differenze e guardare oltre le stesse; speranza come sollievo alla disperazione, ai momenti difficili, alle malattie che sopraggiungono; e non da ultimo speranza per superare anche le difficoltà in un mondo litigioso in cui ancora oggi, purtroppo, ci sono tante guerre tra i popoli. Io da volontaria, sono immensamente grata di essere entrata a far parte di questa grande famiglia, perché penso che soltanto insieme, unendo tante forze, si possa costruire un futuro migliore. Un futuro dove devono prevalere le cose importanti e non superflue della vita.

Purtroppo, oggi siamo tutti presi da cose superflue, da materialismo, da attività che ci consumano tempo ed energia, da relazioni tossiche che ci tolgono forza, da distrazioni cosiddette digitali che attraverso l’uso sfrenato dei social ci allontana dalla realtà e dalle relazioni. Sarebbe opportuno rimettere al primo posto le cose essenziali della vita: i legami con i familiari, con gli amici, con le persone bisognose; trovare un senso nella propria vita per evolversi e diventare migliori; mettersi al servizio degli altri, ma soprattutto vivere in linea con principi etici e morali. Questo viaggio mi ha ancora una volta aiutato a comprendere le cose importanti e fondamentali della vita e a capire che nonostante la fatica, e a volte anche nei momenti di sconforto, essere vicini a persone fragili dona una gioia e una commozione profonda che Vi invito a vivere perché solo vivendola la potrete raccontare! Grazie Unitalsi, Grazie Amici Speciali!

Tosca,
volontaria Unitalsi Palestrina