Sabato 21 gennaio, presso il santuario di San Vittorino Romano, don Massimo Grilli, responsabile del Servizio di Apostolato biblico diocesano e docente della Pontificia Università Gregoriana, ha tenuto un incontro aperto a tutti i fedeli su La Parola di Dio nell’Apocalisse di Giovanni.
Il professore è partito dalla considerazione che questo tema è paradossale e provocante, perché l’Apocalisse è da leggere come “Parola profetica” che aiuta a leggere i tempi presenti per restare fedeli alla chiamata, non come previsione di ciò che deve accadere. È inoltre provocante perché la Parola nel libro di Giovanni chiama ad andare oltre e questo testo biblico vuol dare al credente una speranza.
La relazione si è sviluppata quindi su tre punti, esaminando dapprima i primi tre capitoli che narrano delle lettere rivolte alle sette Chiese, e quindi alla totalità delle comunità. Una parola di rimprovero quella di Cristo in questi versetti, ma che guida al riscatto. L’invito di don Massimo è stato di porsi in ascolto della Parola, di aprirsi alla Parola per ritrovare la strada, anche come comunità ecclesiale.
Il secondo punto si è incentrato sui simboli della triade di bestie che l’uomo comincia ad adorare e che hanno lo scopo di provocare una riflessione interiore, circa i nostri idoli ed il delirio di onnipotenza che si impossessa dell’uomo. L’unica forza in grado di vincere il male, ha concluso Grilli è la fede di chi ama. Solo Dio mantiene le sue promesse.
La terza considerazione si è concentrata sul brano iniziale, che sottolinea la grande importanza del “giorno del Signore”, dato all’uomo per discernere il kairos, l’ordine del Risorto. Poi è stata presa in esame la Gerusalemme che scende dal Cielo, cioè la resurrezione di Cristo, la trasfigurazione di questo mondo, la meta del nostro viaggio, speranza e compito per ognuno. Una volta emendata la nostra condotta malvagia con le opere di misericordia, allora potremo pronunciare l’ultima parola, del libro e della Bibbia intera: Marantha, al contempo certezza e speranza della venuta del Signore, compito per noi che camminiamo immersi nel mondo, ma con lo sguardo alla meta, sostenuti dalla Parola.
Maria Teresa Ciprari