La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in La Forma

La Forma, nel comune di Serrone, è costituita per lo più da una sequela di abitazioni che costeggiano la via Prenestina per circa 6 km.

Prima dell’inaugurazione della superstrada Anagni- Fiuggi la Prenestina era infatti l’unico accesso da Roma per arrivare alla città termale. Gli abitanti vendevano vino, olio, frutta e ortaggi, che hanno dato loro la possibilità di costruire una casa propria.

La zona era abitata dagli antichi romani prova ne è il rinvenimento di reperti archeologici antichi presenti in più luoghi: mosaici, qualche statuina di età imperiale, una parte di un frontone artisticamente lavorato trovata nelle Vigne di San Quirico, un capitello nella zona di San Giorgio, epigrafi presso le Catacombe. Queste a detta di P. Ferrua sono le più importanti del Lazio sud e risalgono al primo decennio del terzo secolo dopo Cristo.

La dottoressa Mazzoleni che ha studiato a fondo il territorio ha portato della documentazione che evidenzia l’antichità degli insediamenti, iniziando da Casal de’ Monaci – dietro la chiesetta di Sant’Antonio – e terminando ai resti delle Mura ciclopiche de La Lesca ed è arrivata alla convinzione che fosse qui il Capitolum Hernicorum, cioè la roccaforte degli ernici che confinavano con i latini a pochi chilometri di distanza.

La chiesa principale dedicata al Sacro Cuore, tra le primissime del mondo, sostituisce quella originaria inaugurata nel 1783 e divenuta parrocchia nel 1787. L’attuale è stata inaugurata il 7 marzo del 1958 da monsignor Pietro Severi, anche l’annessa casa parrocchiale è dello stesso periodo. Quella che era la “chiesa vecchia” ora è un teatro e contiene 65 posti.

S’è prodigato moltissimo il parroco di allora, don Enrico Damizia, per ottenere contributi dal Ministero dei lavori pubblici e raggiungere i risultati sperati.

Tra i tanti parroci che si sono succeduti in seguito è significativo l’impegno profuso da don Ramon Bravo Ardiles per consolidare e soprattutto abbellire la chiesa con dipinti e statue e dotarla di campane.

Le vetrate precedentemente erano state realizzate dal famoso G. Hayal. Le Via Crucis sono degli acquerelli del dottor G. Federici. C’è anche una sede per il presbitero con dipinti di Avenali, l’affresco centrale è di Modolo e rappresenta la Chiesa che illumina le genti. A poco più di due chilometri dalla parrocchia c’è la chiesa di San Quirico con affreschi del Seicento e Settecento, e quello dell’abside del Quattrocento. Ma è interessante che addossato alla chiesa ci fosse uno ospitium tenuto dai monaci benedettini che serviva da rifugio e per ristoro di pellegrini che dalla Prenestina si recavano a Subiaco. Un’altra piccola chiesa, proprio in località Casal de’ Monaci, e attualmente dedicata a sant’Antonio, viene valorizzata per la celebrazione delle sante Messe domenicali.

A La Forma è nato padre Quirico Pignalberi, ora venerabile, ritenuto un santo frate dalle persone che lo hanno conosciuto, compreso chi scrive. Negli anni 1933-34 ha abitato una casa vicino alla chiesa la beata Edwige Carboni. Attualmente la comunità cristiana risente la crisi della società odierna, nonostante la dedizione dei sacerdoti che si sono succeduti nella parrocchia. C’è una profonda pietà popolare verso l’Addolorata che da due secoli è venerata dalla confraternita e dai fedeli, come pure è abbastanza attiva la compagnia della Santissima Trinità. Esiste da tempo un gruppo di ministri della Comunione che vanno a distribuire l’Eucaristia agli infermi.

Il coro dei bambini che funziona da anni è stato ora affiancato da un coro degli adulti. Come pure i catechisti, con incontri settimanali di formazione, sono aumentati notevolmente di numero. Sei nuovi giovani stanno facendo un corso settimanale di conoscenza biblica, pedagogica e crescita spirituale. Ogni due settimane c’è una catechesi per gli adulti; per gli adolescenti inizierà a breve un cammino per l’educazione affettiva – sessuale curato da un sacerdote e da una psicologa. Per l’inizio dell’anno catechistico per la Prima Comunione e le Cresime si stanno preparando anche dei chierichetti. Il campo estivo con 56 giovani e giovanissimi e il Grest sono stati un atto di coraggio fatto da alcune madri e giovanissimi insieme al sacerdote.

Franco Proietto