A Castel San Pietro Romano la chiesa ricostruita nel ‘700 da Michetti
La chiesa di San Pietro Apostolo si apre sulla principale piazza del paese: piazza San Pietro, uno spazio pubblico fatto aprire dai Barberini negli anni trenta del 1600. La chiesa attuale è, infatti, una costruzione voluta dalla potente famiglia di papa Urbano VIII (1623-1644), come testimoniato dalle api ai lati esterni del pronao. Per realizzare la piazza e l’odierna chiesa fu smantellato l’antico complesso monastico benedettino altomedievale, dedicato a San Pietro e servito dal clero secolare. Nel monastero soggiornò per un breve periodo anche san Gregorio Magno papa (590-604). L’edificio religioso fu restaurato nella seconda metà del XV secolo così come si apprende da un’iscrizione presente sulla sommità della chiave di volta del portale, che permette ancora oggi l’accesso al chiostro e alla cisterna posti accanto la chiesa. Il progetto per la costruzione dell’odierna chiesa, a seguito di un’errata tradizione, è stato per un lungo periodo attribuito a Pietro da Cortona (1596-1669).
Recenti studi hanno invece dimostrato come questo sia da attribuire all’architetto ticinese Domenico Castelli (ca. 1582-1657). L’edificio fu poi restaurato grazie all’intervento del protonotario della Camera Apostolica Cesare Stefano Mocci intorno al 1730, sotto il pontificato di papa Clemente XII Corsini (1730-1740), così come si legge nell’iscrizione dedicatoria in controfacciata, all’interno della chiesa. Nicola Michetti (1677-1758) eseguì i lavori.
La chiesa a navata unica è coperta da una volta a botte e si conclude con un’abside coperto da un catino diviso dalla nave, attraverso un arco trionfale appena accennato su cui è dipinta la dedica a papa Clemente XII Corsini. L’impaginato architettonico è scandito da una serie di coppie di paraste arricchite da capitelli decorati con motivi floreali e volute. Lungo le pareti altari e nicchie si aprono accogliendo quadri e statue.
Sopra la porta di ingresso un il busto del pontefice Clemente XII Corsini e sotto di esso un’iscrizione su una lapide marmorea ricorda tutta la storia della chiesa e descrive con precisione le parti aggiunte nella ricostruzione del 1732 (fornice esterno, sacrestia, abside e un edificio esterno). Il ritratto del pontefice è attribuibile quasi certamente allo scultore Benaglia autore anche della statua di s. Pietro, su un alto basamento, sulla parete sinistra. Sulla parete di fondo dell’abside, incorniciata con stucchi e decorazioni a foglia d’oro, vi è la pala d’altare con la scena di Cristo che consegna il gregge a san Pietro, opera di Giacinto Gimignani del 1633. La tela è una preziosa testimonianza dell’importanza della chiesa e del culto di s. Pietro nel XVII secolo. Tra le realtà presenti la pastorale giovanile, il gruppo dei catechisti, il Terz’Ordine francescano. Tre confraternite durante l’anno animano il culto verso i santi Pietro, Antonio e Rocco. Il culto di san Rocco risale al XVII sec. Con la costruzione della chiesa nel 1732 gli è stato dedicato un altare ed il santo ha avuto il ruolo di compatrono del paese.
Pasquale Ricolli
ed il gruppo giovani