La parrocchia di San Silvestro Papa a Villa Adriana

La comunità parrocchiale di San Silvestro Papa in Tivoli-Villa Adriana (via di Villa Adriana, 3) ha il suo cuore nella chiesa di Gesù Salvatore. Nell’abside della nostra chiesa parrocchiale, posta ad est, c’è una bellissima vetrata che rappresenta Gesù Salvatore. Ogni mattina quando sorge il sole in questa nostra terra è bello pensare che prima di raggiungere le case di Villa Adriana, i luoghi di lavoro, gli spazi educativi, ricreativi e di cultura, il sole abbia la delicatezza di illuminare questa vetrata di Gesù Salvatore e da quella feritoia la luce, che è Gesù, raggiunga le nostre case e i nostri cuori.

Il volto di Gesù, appena raggiunto dal sole, al mattino, rivela tutta la tenerezza dell’amore di Dio per noi e i suoi occhi luminosi e vivi un invito a seguire Lui, a non avere paura del buio che tante volte anche in pieno giorno sembra rimanere nella vita della gente. Nel Libro posto nelle mani di Gesù è infatti scritto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8, 12). Questa vetrata è un anello di congiunzione fra la prima chiesa parrocchiale di Villa Adriana, costruita nel 1941 e distrutta nel 1944 durante un bombardamento, e l’attuale chiesa realizzata nel 1947. La vetrata, infatti, fu opportunamente custodita in luogo sicuro, durante il periodo bellico, e riutilizzata nella nuova casa della Comunità. La vetrata rappresenta quindi la continuità fra un prima e un dopo, quasi a significare come il volto di Gesù attraversa la vita e gli eventi della storia rimanendo sempre vivo e luminoso nella sua Parola ascoltata e nell’Eucaristia spezzata in questa nostra casa. Villa Adriana è una borgata del comune di Tivoli cresciuta, dapprima grazie agli insediamenti industriali rappresentati soprattutto dallo stabilimento Pirelli (oggi Trelleborg), dalle numerose Cartiere tiburtine e dalle Cave di travertino, e successivamente con un ulteriore incremento di abitanti per i moltissimi lavoratori pendolari occupati nella Capitale.

Il primo parroco fu mons. Giacinto Pandozy, che si fece carico di tenere unita una realtà di persone, accompagnandola nel periodo molto duro della guerra, della ricostruzione e dello sviluppo post bellico. A mons. Pandozy succedette mons. Agostino Panattoni, il quale operò soprattutto per creare una comunità nel periodo immediatamente successivo al Concilio Ecumenico Vaticano II, dando vita a numerose iniziative tese a coinvolgere, insieme alla comunità di fede, l’intera popolazione, che nel frattempo contava circa 15.000 abitanti. Don Agostino svolse anche una importante opera formativa per i laici, investendo soprattutto molte risorse per la formazione e l’educazione dei giovani, nello spirito del Concilio.

Gianpaolo Pavoni,
segretario Consiglio pastorale parrocchiale (1. Segue)