La parrocchia Santa Croce in Tivoli

La chiesa parrocchiale di Santa Croce in Tivoli (detta San Francesco e conosciuta anche come Santa Maria Maggiore) pare sia stata edificata da papa Simplicio nel V secolo, sui ruderi di una antica villa romana ma probabilmente la sua fondazione può essere collocata verso il IX secolo quando si insediò a Tivoli una comunità di monaci benedettini. Nel 1100, grazie all’aiuto del pontefice Eugenio III, venne ingrandita la chiesa e l’annesso monastero. Successivamente la chiesa passò a vari Ordini fino a quando, nel 1241, venne affidata ai frati conventuali i quali si insediarono soltanto a partire dal 1256. Nel 1461 passò poi ai frati minori e prese il nome di chiesa di San Francesco, anche se il tempio è stato sempre nominato come chiesa di Santa Maria Maggiore. Alla metà del XVI sec. il complesso francescano, chiesa e convento, subì radicali trasformazioni a causa della costruzione della Villa d’Este: il convento venne in parte demolito e la facciata della chiesa fu realizzata sull’antico fianco del monastero. Alla fine del XVII secolo risale anche la fondazione del campanile (1590) commissionato dal padre guardiano Costanzo da Roma, lo stesso che fece eseguire l’altare maggiore. La chiesa di Santa Maria Maggiore presenta una muratura irregolare in laterizi, tufelli rettangolari e inserti di pietra calcarea. Il prospetto è arricchito dal tipico portale gotico strombato ad arco ogivale e in marmo bianco, sovrastato da un tabernacolo, da quattro strette monofore disposte in prossimità delle due navate laterali e da due oculi. Nella parte superiore, invece, s’innalza il fronte della navata centrale, decorato da grande rosone. Entrando si accede alla navata centrale cadenzata, oltre che dalle cromie del pavimento cosmatesco, dalla presenza di clipei nella parte alta delle pareti, con all’interno le raffigurazioni dei Santi francescani, che conducono il fedele sino alla zona presbiteriale dove, nella volta, è rappresentata la colomba dello Spirito Santo con intorno i Santi Francesco, Bernardino da Siena, Antonio da Padova e Simplicio. Tra le opere più importanti al suo interno una tavola, veneratissima a Tivoli, della Madonna delle Grazie copia della Madonna dell’Ara Coeli eseguita da Iacopo Torriti. Sull’altare Maggiore due trittici di cui uno del XVI secolo attribuito a Bartolomeo Bulgarini, senese, monumentale; parti di pavimento cosmatesco, resti di affreschi trecenteschi sulle pareti del presbiterio.

La festa dell’Assunta è sicuramente la solennità più sentita tra i tiburtini. La processione che ha inizio il 14 agosto con il trasporto dell’immagine di Cristo, partendo dal Duomo dove è conservata durante l’anno e continuando per le vie di Tivoli, rievoca il lungo cammino fatto per giungere al cospetto di Maria.

Il rito dell’Inchinata, invece, si riferisce al momento del saluto della Madre con il Figlio, attraverso i tre inchini delle due macchine processionali, che un tempo avvenivano sotto gli antichi archi trionfali che scandivano la facciata della chiesa. Il giorno dopo per celebrare l’assunzione della Vergine in cielo si ripete nuovamente la stessa funzione.

Daniele Timperi