Come di consueto presso il santuario di Nostra Signora di Fatima a S. Vittorino domenica 3 aprile, si è tenuto un incontro del Vescovo con le religiose delle diocesi di Tivoli e di Palestrina. Il tema al quale ci ha introdotto il Vescovo per la nostra riflessione è stato alquanto singolare. L’episodio evangelico è quello tratto da Giovanni 13, 18-32. Il personaggio su cui il Vescovo si è soffermato è Giuda, il traditore. Una figura inquietante a doppia faccia. Un volto tenebroso, dal quale vorremmo tenerci lontano come possibilità di cadere nel tradimento alla sequela di Gesù. Eppure, anche in noi può albergare la tentazione al male, all’infedeltà, ai nostri interessi personali, che si riflettono nel nostro atteggiamento apparentemente onesto. È l’ombra che ciascuno di noi si porta dentro in una lotta interiore, fra il bene che è Gesù e il male del nostro peccato suscitato da satana. Gesù nell’ultima cena, ardentemente attesa per immolare la Pasqua, una speciale Pasqua: quella in cui è lui, il vero Agnello, che si dona ai suoi, totalmente. Egli conoscendo uno ad uno i discepoli, nelle loro debolezze, li ama comunque senza riserva in maniera unica. Un amore che soffre, che rispetta la libertà di scelta, che dipende dalle nostre risposte. A tavola Gesù fa un’affermazione che mette in crisi, e destabilizza tutti i suoi commensali: – “Uno di voi mi tradirà”. Essi si interrogano sperando di sentirsi dire: «non tu» … e Gesù immerso il boccone, lo diede a Giuda. Un gesto di amicizia, di familiarità, un tentativo ultimo di tendere la mano, quella del perdono, della salvezza, un invito a desistere dalla tentazione del tradimento, un gesto di fiducia nonostante tutto. Sappiamo però la triste fine di Giuda, ma Giovanni nel suo vangelo non la descrive, vuole lasciare quella fiammella accesa che è la Speranza: – la morte e risurrezione di Gesù ha vinto il nostro peccato e l’Amore suo se accolto vince il mondo delle tenebre.
Alma Maria Pacini, Comunità delle Discepole e Apostole dello Spirito Santo di Palestrina