Nella suggestiva cornice del centro storico di Labico, sotto gli occhi di un pubblico raccolto ed emozionato, si è svolta a Labico la sacra rappresentazione della Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo, messa in scena dai ragazzi della parrocchia di Sant’Andrea Apostolo e dell’Oratorio “Tra le braccia di Maria”, coordinati da alcuni animatori, collaboratori e dal parroco don Alessandro Frate.
Dopo intense settimane di prove i ragazzi hanno mirabilmente fatto rivivere non solo gli emozionanti momenti della passione e morte di Gesù, ma hanno anche aiutato i presenti ad entrare nello spirito del mistero del Calvario, della croce e del dolore, preludio alla celebrazione della santa Pasqua, proponendo spunti di meditazione e di riflessione.
Dall’Ultima Cena alle tentazioni di un silenzioso ma incisivo demonio, dall’incontro con Giuda, protagonista di un tormentato monologo prima dell’impiccagione, all’arresto di Gesù, le sue cadute, l’incontro con la Madonna e la Veronica, in un susseguirsi di passaggi che diventano sempre più profondi e attuali. La drammaticità estrema, complice il freddo e il totale silenzio, culmina quando Gesù viene crocifisso e il dolore della Madonna, ai piedi della Croce, rimanda ad un sentimento autentico, senza tempo, eterno, come eterno è il grido contro l’odio e la guerra.
Ed infine quell’urlo “Eloì, Eloì” che risuona, in eco, per la vallata quasi a voler cristallizzare, tra i presenti, al termine di tutto, a riflettori spenti, tolti gli abiti di scena, l’unico pensiero ricorrente «Era veramente il Figlio di Dio».
Sì, il Figlio di Dio che muore e rivive per noi. Un Cristo che viene per rigenerare le energie dello Spirito e immettere nella storia un soffio di vita sempre nuovo.
È questo il Cristo della sacra rappresentazione, un Cristo che trionfa sulla morte e che ci vuole dire che, come quella di Cristo, anche le nostre sono “croci provvisorie”, premessa dell’alba di un nuovo giorno, della gioia dopo la croce, la passione e la sofferenza.
Tina Nuzzi