La settimana sociale dei cattolici a Taranto: il pianeta che speriamo

L’arcivescovo Santoro: “Possiamo realizzare il mondo diverso che abbiamo troppo a lungo solo immaginato, non abbiamo più tempo!”

Con la Messa celebrata domenica 24 al mattino dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, si è conclusa a Taranto la 49.ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che ha riunito oltre 700 delegate e delegati provenienti da tutta Italia insieme ad un centinaio di vescovi, sacerdoti e religiosi, laici, rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della politica e della cultura per riflettere sul tema Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso. L’evento di Taranto non è stato «un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi», ha ricordato Bassetti nella sua omelia, evidenziando quanto sia decisivo «l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi» e in particolare il contributo dei giovani che «possono aiutare il mondo a rimettere la fraternità al centro dell’economia».

Da Taranto, infatti, riparte un impegno fattivo per coniugare ambiente, lavoro, sviluppo, a cominciare dalle “buone pratiche” già esistenti sui territori e con la volontà di camminare insieme, nella consapevolezza che «il cambiamento non avviene solo dall’alto», come ha sottolineato monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore. «È fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità», ha affermato il presule. Quattro le piste per il futuro, emerse dai lavori e dalle riflessioni nella Settimana Sociale, seguendo il metodo della “sinodalità” indicato dal Papa: costruire comunità energetiche; diventare una società carbon free e votare col portafoglio per premiare le aziende capaci di intrecciare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale; promuovere e utilizzare prodotti caporalato free; creare alleanze intergenerazionali e con la società civile. «Sarà nostro dovere – ha assicurato Santoro – impegnarci perché le giuste istanze, le proposte, il manifesto dei giovani, trovino piena accoglienza e realizzazione: non abbiamo più tempo! Abbiamo visto che possiamo realizzare il mondo diverso che abbiamo troppo a lungo solo immaginato mentre si perpetravano scelte di politica economica e sociale che hanno creato divari profondissimi tra gli uomini e oltraggiato la Terra».

La settimana sociale di Taranto è stata un momento importante per il popolo cattolico, che, per la prima volta dopo la pandemia, si è ritrovato in presenza per discutere di un tema diventato così urgente, in particolare nel cuore dei giovani. Per tutti i partecipanti, però, si è sentita la necessità di andare oltre le parole, e di cominciare a fare qualcosa di veramente concreto. La presenza di tantissimi under 35 è sicuramente un segno di speranza, un segno che la Chiesa italiana, anche su questa tematica, può e vuole portare il suo contributo.

Daniele Masciadri