La comunità di Marcellina, a due anni dalla pandemia, ha celebrato solennemente, il 20 novembre, la festa patronale di Cristo Re dell’universo, istituita da Pio XI l’11 dicembre 1925 mediante l’Enciclica Quas primas.
Dal giorno della consacrazione della chiesa marcellinense, avvenuta il 4 dicembre 1965 con l’allora vescovo di Tivoli Mons. Luigi Faveri, la comunità parrocchiale è stata affidata appunto alla Regalità di Cristo.
Durante la Messa celebrata dal parroco don Domenico Cauteruccio, nell’omelia tenuta da don Antonio Cavallaro è stata sottolineata la figura di Cristo definito Signore dei signori, il Re dei re il quale ha un trono particolare, “la Croce”, mezzo della nostra salvezza ed esprime il profondo amore che Dio nutre per noi.
Ha sottolineato inoltre come il Signore esprime la sua regalità sulla croce rispondendo al ladrone che chiede “ Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, il malfattore riconosce il regno e la regalità di Gesù che per mezzo della croce salva, a questa richiesta il Signore risponde: “questa sera sarai con me nel paradiso”; passare attraverso la croce conduce l’uomo alla salvezza dell’anima. La regalità di Cristo consiste nell’annunciare la verità e attraverso la verità conduce ogni creatura alla salvezza liberandola dalle tenebre.
Facendo memoria della frase “Cristo Regni” che si pronunciava in passato quando si incontrava un sacerdote don Antonio ha evidenziato l’importanza dell’amore di Cristo che regna nel cuore di ogni uomo, che nella fede sente il calore dell’amore di Dio.
Prima della benedizione finale alcune associazioni come la banda, l’Avis, la Proloco, e l’Arma dei Carabinieri hanno pronunziato con la preghiera ai rispettivi patroni la loro disponibilità al servizio chiedendo la benedizione di Dio.
Al termine è stata portata processionalmente per le vie della città la statua di Cristo Re, accompagnata da una grande presenza di fedeli.
Dopo la Messa vespertina è stato fatto il tradizionale passaggio della Sacra Immagine di Cristo Re riprodotta in un quadro dalla famiglia che l’ha custodita in questo anno a chi la custodirà l’anno prossimo. Queste famiglie “custodi” si impegnano a realizzare dei centri di ascolto in famiglia soprattutto in prossimità della festa.
Le varie celebrazioni della giornata hanno visto una grande partecipazione di fedeli soprattutto giovani, segno di una comunità viva e dinamica e che si impegna alla realizzazione del Regno già qui su questa terra.
Diacono Fiorenzo Orati