La Giornata Mondiale del Malato, celebrata l’11 febbraio, è un’occasione in cui la Chiesa invita a riflettere sulla condizione dei malati e sulla loro importanza all’interno della comunità cristiana. Questa giornata Istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, vuole essere un momento di preghiera per i malati e per coloro che si prendono cura di loro. Nel contesto dell’Anno Giubilare 2025, il tema proposto dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, tratto da Romani 5,5: è un invito a riflettere sulla speranza che non delude, alimentata dall’amore di Dio riversato nei nostri cuori tramite lo Spirito Santo.

La Giornata si fonda su principi pastorali fondamentali. Prima di tutto, evidenzia la centralità della persona sofferente, che deve essere accolta nella sua dignità e cura fino alla fine della vita.

Inoltre, questa giornata è un’occasione per approfondire il significato cristiano della speranza, che non è mai vana ma si radica nell’amore di Dio, per riscoprire la bellezza della comunità che si fa carico dei sofferenti, condividendo con loro il cammino di fede dove la sofferenza è vista come un’ opportunità per un incontro con Dio e con gli altri in opposizione alla cultura dello scarto.

Papa Francesco, nel suo messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato, ha sottolineato tre aspetti fondamentali che caratterizzano la presenza di Dio nella sofferenza: l’incontro, la malattia è vista come un’opportunità di incontro con il Signore che si fa vicino a chi soffre; il dono della speranza che proviene da Dio e che ci sostiene nelle difficoltà; e la condivisione, che rende i luoghi di sofferenza spazi di arricchimento reciproco. I malati, in questo Giubileo, sono un segno di speranza per tutti, e la loro esperienza di fede diventa testimonianza di dignità umana e carità. Con questo spirito, l’11 febbraio 2025, anche noi ci ritroveremo insieme al nostro Vescovo, ai malati e agli operatori pastorali, nel Santuario di San Vittorino Romano per un pomeriggio di preghiera e condivisione, per essere pellegrini di speranza, come a Lourdes, facendo della nostra vita un inno di lode a Dio.

Flavio Barberi
assistente Unitalsi Tivoli