Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri sacerdoti alla GMG come hanno vissuto questa esperienza. «Intensamente – ha risposto don Fernando Cianfriglia, parroco della Sacra Famiglia, Palestrina – sapendo che dobbiamo sempre rendere testimonianza, questa esperienza serve per riprendere forza ed energia, perché Gesù ci sta sempre accanto e, nonostante noi, arriva a tutti, questa ne è la prova».
«Questa è la mia terza GMG dopo il Brasile e Cracovia – racconta don Cyriaque Niyongabo, parroco ad Olevano Romano – oggi sono felicissimo di stare qua e di avere portato un pò di ragazzi, perché qui si fa una esperienza di Chiesa, la Chiesa grande e bella dove si incontra il mondo. C’è sicuramente la fatica del cammino, della preparazione, l’arrivo, ma è un’esperienza da proporre a tutti, quindi ragazzi, a Seul ci dobbiamo andare!».
È la prima GMG da sacerdote per don Andrea Strano, che è stato ordinato il 29 aprile scorso, «è esattamente come la immaginavo: faticosa però bella, con veramente tante tante persone, ecco, stupisce tutta questa gente riunita per un solo motivo. I ragazzi si stanno divertendo, però la cosa più importante è che porti frutto in Cristo per i ragazzi».
«Stanchezza tanta, ma anche tanta gioia!». Così don Fabrizio Micocci, vicario episcopale per la vita consacrata, che prosegue: «si rompono gli schemi di sempre, ci si vuole più bene, non c’è timore nell’incontrare gli altri, nel condividere, perché si sta tutti insieme per lo stesso motivo. Tanti imprevisti, ma siamo qua! Il momento più bello di queste giornate sono state le confessioni».
A padre Joseph Spence del santuario di Quintiliolo abbiamo chiesto cosa porta dentro della GMG: «tanti volti, tanti cuori, tanta gente bella da tutto il mondo che ho potuto conoscere, del Lazio, ma sulla spianata e durante la Via Crucis da tante nazioni. Tanti begli incontri, anche nelle confessioni. Momenti molto intensi personali ed il Papa, tutto ciò che ha detto è stato molto bello, profondo, commovente».
«È stata una esperienza significativa di ecclesialità – don Bruno Sperandini, condirettore della pastorale giovanile diocesana – ma soprattutto di conoscenza ed amicizia fra le diocesi di Tivoli e di Palestrina. Cercheremo di fare in modo che questa fraternità e questa amicizia diventi sempre più forte per costruire un futuro per la pastorale giovanile come ci ha augurato il Vescovo, auspicando che i giovani che hanno partecipato a questa esperienza diventino lo zoccolo duro della pastorale giovanile diocesana».
Infine il diacono don Diego Lozzi prossimo all’ordinazione sacerdotale: «è stato bellissimo perché si sperimenta la presenza di Dio e siamo segno visibile di vocazioni belle. I giovani sono stanchi, ma sono contenti, però non molliamo, quindi ci diamo appuntamento in Corea».