La cultura odierna tende a rimuovere l’ostacolo, anziché benedirlo. Genitori e figli spesso si alleano contro l’insegnante, ritenuto il nemico, l’ostacolo da abbattere.
Giovedì 24 novembre, presso la sala conferenze dell’Istituto delle suore Francescane del Cuore di Gesù a Cave, si è tenuto il primo appuntamento stagionale di “Laboratori della Parola”, un incontro di formazione dedicato agli insegnanti di Religione Cattolica operanti nelle diocesi di Tivoli e di Palestrina.
Protagonista della serata è stato lo Spirito Santo che, invocato all’inizio dell’incontro con la preghiera Adsumus Sancte Spiritus, ha suscitato nei cuori e nelle menti dei partecipanti, numerosi spunti da condividere.
Il brano su cui riflettere è stato il libro di Giona, uno dei più brevi dell’Antico Testamento, ma ricco di contenuti che fanno pensare ai ragazzi di oggi.
Infatti il fuggire dalle difficoltà e dalle responsabilità, svolgere le mansioni controvoglia, sono realtà con le quali ogni giorno i docenti devono confrontarsi a scuola con gli alunni.
Dio affida una missione a Giona, ma lui per paura, per pigrizia, per mancanza di carità verso un popolo che riteneva colpevole, rifiuta e si avvia per strade diverse da quelle indicate dal Signore. Una volta salito a bordo di una nave, si rifugiò nella stiva e si addormentò profondamente.
Ecco l’alternativa alle responsabilità e alle difficoltà: il sonno. Inteso non solo come l’atto del dormire ma come l’ipnosi che ha invaso i ragazzi di oggi, causata soprattutto dal mondo virtuale.
Questo fuggire dalle responsabilità, inevitabilmente, porta verso le tempeste, come nel caso del profeta Giona. Le difficoltà, se non affrontate, si ripresenteranno sempre con gli interessi. La cultura odierna tende a rimuovere l’ostacolo, anziché benedirlo. Genitori e figli spesso si alleano contro l’insegnante, ritenuto il nemico, l’ostacolo da abbattere. Quell’ostacolo, invece, è necessario per la maturazione. L’esperienza del fallimento, della caduta, è indispensabile per il discente. Gli insegnanti di religione vogliono portare avanti la cultura dell’accoglienza: imparare ad accogliere la difficoltà, la responsabilità, la caduta, e “a-cogliere” l’insegnamento contenuto in esse.
Elia E. Ciarletti