«Se non lasciamo abitare in noi lo Spirito Santo siamo cenere»
«Iniziamo allora questo cammino riconoscendo innanzitutto come siamo cenere. Ossia che se non lasciamo abitare in noi lo Spirito Santo che il Risorto ci dona, che se non lasciamo che la fiamma viva del suo amore divampi nei nostri cuori, il nostro cuore è cenere» così il vescovo Mauro ha invitato i fedeli ad intraprendere il percorso di conversione della Quaresima nella Celebrazione eucaristica nel duomo di San Lorenzo in Tivoli mercoledì scorso. Mons. Parmeggiani ha poi proseguito la sua riflessione commentando il brano di Gioele della prima lettura, «Lacerarci il cuore! Perché? – ha chiesto – Per trovare in fondo al nostro cuore la fiamma di un Dio che è misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore».
Lacerare il proprio cuore significa far entrare Cristo, lasciare, anzi, che egli riemerga. «Quaresima, dunque – ha proseguito -per entrare nel nostro cuore, scoprire che Dio amore è con me e davanti a questo amore, io possa progressivamente convertirmi». Questo si può realizzare adottando tre atteggiamenti interiori: la preghiera, l’elemosina ed il digiuno. Quindi creare un rapporto a tu per tu con il Signore, entrare in noi e incontrarlo nel nostro intimo; digiunare da tutto ciò che impedisce di relazionarsi con Lui ed infine trovare il tempo per relazionarsi anche con gli altri. «Se faremo l’esperienza dell’incontro con Dio nel nostro cuore, se digiuneremo da tutti quegli idoli che ci impediscono la relazione con noi stessi e con i fratelli, allora sapremo guardare anche a chi ci sta accanto con gli stessi occhi di Dio. E li vedremo fratelli e sorelle», così il Vescovo Mauro ha concluso l’omelia, augurando a ciascuno una conversione che dà gioia!
Nello stesso giorno Mons. Parmeggiani ha rivolto ai fedeli una lettera nella quale, auspicando un buon cammino quaresimale ha voluto ricordare in particolare l’Anno della Preghiera, indetto da papa Francesco in preparazione al Giubileo del 2025, che ha il titolo Pellegrini di speranza. «Sono certo – ha scritto – che ogni comunità saprà valorizzare ed intensificare i momenti nei quali favorire la preghiera personale e comunitaria affinché dalla relazione con Dio nasca sempre più il desiderio di relazionarci verso i poveri esercitando nei loro confronti la carità». Ha quindi citato alcuni appuntamenti per vivere la carità a livello comunitario: la colletta proposta dalla Cei a sostegno degli interventi umanitari per progetti di pace e riconciliazione in Terra Santa, domenica 18 febbraio, e la Giornata diocesana della Carità, domenica 3 marzo, con la Colletta a sostegno delle “opere segno” della Caritas di Tivoli e di Palestrina.
Maria Teresa Ciprari